La comunità ucraina si riunisce in San Giovanni Battista per pregare contro la guerra | la CRONACA di RAVENNA

La comunità ucraina si riunisce in San Giovanni Battista per pregare contro la guerra

Tanta preoccupazione per i parenti rimasti nel teatro del conflitto scatenato dai russi

26 febbraio 2022 - Circa 250 persone oggi pomeriggio, alle 14, si sono riunite alla chiesa di San Giovanni Battista in via Girolamo Rossi a Ravenna, per pregare insieme contro la guerra in Ucraina provocata dall’invasione dei soldati russi. La stessa chiesa in cui, un paio di volte al mese, si riunisce la comunità cattolica ucraina di rito bizantino.


Fra il pubblico, oltre a numerosi ucraini ormai ravennati d’adozione (con una netta prevalenza di donne), anche rappresentanti di altre comunità “amiche”, in primis quella bielorussa, oltre ovviamente a tanti ravennati desiderosi di esprimere la loro vicinanza in un momento così delicato. Poco prima dell’inizio della cerimonia liturgica, molteplici i crocchi di persone ferme a conversare proprio della drammatica situazione ucraina. Tra queste, c’è anche chi si lascia scappare qualche confidenza.
«Temo molto per i miei familiari che vivono in Ucraina – rivela Oleksandra Boyko, che da più di dieci anni lavora come badante in Italia –. Ne ho sparsi ovunque, chi a Kiev, chi a Charkiv e chi a Rivne. Per il momento siamo riusciti a sentirci, in qualche modo, tutti i giorni ma la situazione è drammatica. Sono costretti a nascondersi, hanno difficoltà a reperire il cibo. Temo soprattutto per mia madre, la più fragile dal punto di vista della salute e continuamente bisognosa di cure. Mi spiace enormemente di non essere riuscita a convincerla a raggiungermi in Italia anni fa».

Protagoniste della liturgia in chiesa soprattutto le donne della comunità greco-cattolica ucraina, in gran parte assistenti familiari, che hanno intonato le cantiche alternate ai testi. Insieme all’arcivescovo Lorenzo Ghizzoni, oggi pomeriggio, hanno concelebrato padre Vincenzo Tomaiuoli, direttore della Pastorale dei migranti, e padre Viktor Dvykalyuk, che segue anche la comunità dei fedeli ucraini di Rimini, per la parte in lingua ucraina. Insieme a loro, anche i diaconi Luciano Di Buò ed Edo Assirelli, oltre a don Rosino Gabbiadini.
«Siamo qui, tutti insieme, per invocare la pace – afferma l’arcivescovo della diocesi di Ravenna-Cervia –. Purtroppo, malgrado i numerosi sforzi diplomatici, la situazione è degenerata in fretta sino a dare il via a una guerra vera e propria. Non è l’unico conflitto nel mondo, ma mai la guerra è stata così vicina e in grado di coinvolgere molte persone che vivono nella nostra città e in Italia. In tutto il mondo c’è grande preoccupazione perché la guerra, si sa, porta solo distruzione, sofferenza e dolore, lasciando ferite molto profonde dentro l’anima. Dobbiamo pregare contro il demone della guerra, con la speranza che il dono dello spirito santo ci aiuti a sentirci nuovamente fratello e sorella senza alcuna distinzione».

In conclusione, Ghizzoni ha ricordato che il pensiero sarà continuamente rivolto all’Ucraina anche in occasione dell’inizio della quaresima dal 2 marzo. Grande la commozione in chiesa, al pari di un senso di smarrimento e stupore di chi ancora non si capacita di quanto sta accadendo.
r.b.

Foto Massimo Argnani e r.b.



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