Cronaca
Caso 'Balla' Ballardini: assolti due carabinieri, il sindacato Nsc chiede un'ispezione in Procura
Due sottufficiali processati per presunte omissioni in indagini
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24 gennaio 2022 - Il 'Nuovo sindacato carabinieri' annuncia la richiesta al ministero di un'ispezione alla Procura di Ravenna dopo l'assoluzione per due sottufficiali dell'Arma, accusati di omissioni nell'indagine sulla morte di Matteo Ballardini, 19enne di Lugo deceduto la mattina del 12 aprile 2017 per overdose da metadone.
"Una vicenda - spiega una nota del sindacato - da cui è nato un processo a quattro amici: in appello l'omicidio volontario con dolo eventuale è stato derubricato in morte come conseguenza di altro reato per la ragazza che gli passò la dose letale e in omissione di soccorso aggravata per gli altri tre e pende il ricorso in Cassazione".
Nsc contesta duramente, però, un filone secondario, quello avviato a carico dei due carabinieri per presunte omissioni in perquisizioni o acquisizioni testimoniali. Nella motivazione dell'assoluzione, pronunciata il 22 luglio, «il collegio - evidenzia il segretario nazionale Massimiliano Zetti - non ha ravvisato gli elementi costitutivi del delitto, sia sotto il profilo oggettivo, sia sotto quello soggettivo».
I due sottufficiali imputati, si ricorda, sono stati "sottoposti dal 2017 al 2021 a indagini, sino a giungere a un dibattimento pubblico, per aver assunto comportamenti inerenti il proprio lavoro, leciti, coerenti e cogenti alle circostanze". Inoltre la Corte ha stabilito che proprio gli accertamenti avviati dai due non solo non avevano intralciato le indagini, bensì "hanno costituito in tutto il prosieguo del procedimento la piattaforma logica e probatoria a cui si sono ispirate le forze di polizia giudiziaria subentrata".
Non solo: "la lettura della sentenza offre uno scenario inquietante del rapporto investigativo che si instaura (o si dovrebbe instaurare) durante un'indagine tra il Pm, che dirige, e le forze di polizia, un rapporto che dovrebbe basarsi sulla fiducia". Per questi motivi il sindacato chiede di conoscere le statistiche sul numero di iscrizioni nel registro degli indagati, in Procura a Ravenna, di appartenenti alle forze di Polizia "culminati con l'assoluzione piena o per insussistenza del reato negli ultimi dieci anni".
© copyright la Cronaca di Ravenna
"Una vicenda - spiega una nota del sindacato - da cui è nato un processo a quattro amici: in appello l'omicidio volontario con dolo eventuale è stato derubricato in morte come conseguenza di altro reato per la ragazza che gli passò la dose letale e in omissione di soccorso aggravata per gli altri tre e pende il ricorso in Cassazione".
Nsc contesta duramente, però, un filone secondario, quello avviato a carico dei due carabinieri per presunte omissioni in perquisizioni o acquisizioni testimoniali. Nella motivazione dell'assoluzione, pronunciata il 22 luglio, «il collegio - evidenzia il segretario nazionale Massimiliano Zetti - non ha ravvisato gli elementi costitutivi del delitto, sia sotto il profilo oggettivo, sia sotto quello soggettivo».
I due sottufficiali imputati, si ricorda, sono stati "sottoposti dal 2017 al 2021 a indagini, sino a giungere a un dibattimento pubblico, per aver assunto comportamenti inerenti il proprio lavoro, leciti, coerenti e cogenti alle circostanze". Inoltre la Corte ha stabilito che proprio gli accertamenti avviati dai due non solo non avevano intralciato le indagini, bensì "hanno costituito in tutto il prosieguo del procedimento la piattaforma logica e probatoria a cui si sono ispirate le forze di polizia giudiziaria subentrata".
Non solo: "la lettura della sentenza offre uno scenario inquietante del rapporto investigativo che si instaura (o si dovrebbe instaurare) durante un'indagine tra il Pm, che dirige, e le forze di polizia, un rapporto che dovrebbe basarsi sulla fiducia". Per questi motivi il sindacato chiede di conoscere le statistiche sul numero di iscrizioni nel registro degli indagati, in Procura a Ravenna, di appartenenti alle forze di Polizia "culminati con l'assoluzione piena o per insussistenza del reato negli ultimi dieci anni".
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