Liste di attesa in Romagna, sono oltre 394mila gli esami e le visite arretrati | la CRONACA di RAVENNA

Liste di attesa in Romagna, sono oltre 394mila gli esami e le visite arretrati

È la Radiologia ad avere quella più lunga con 81.092 prenotazioni ancora da smaltire. Lisei (FdI): «Dati allarmanti»

20 gennaio 2022 - Come già capitato durante le prime ondate della pandemia, il Coronavirus sta mettendo a dura prova il sistema sanitario, con 394.716 prestazioni arretrate in Romagna, tra visite specialistiche ed esami. Una cifra che supera il milione, per la precisione 1.166.816, se si prende in considerazione l’intera Emilia Romagna. Si tratta di prestazioni sanitarie prenotate ma non ancora eseguite, aggiornate alla data del 6 dicembre 2021.

A richiedere i numeri è stato il consigliere regionale Marco Lisei di Fratelli d’Italia, che ha anche sollevato un’interrogazione sul tema. «La direzione sanitaria regionale ha impiegato due mesi per fornirli – racconta Lisei –. I dati sono ancora più allarmanti se si considera che non tengono conto del picco della pandemia che è iniziato proprio da Natale in poi. Quindi, attualmente, potrebbero essere ben peggiori».

Per quanto riguarda la Romagna, i dati sono aggregati proprio per l’impossibilità di disgiungerli a livello provinciale da quando esiste l’Ausl unica. Con 81.092 prenotazioni ancora da smaltire, la Radiologia dell’Ausl Romagna è – in assoluto – il comparto in cui le liste d’attesa sono più lunghe.
A seguire le prestazioni riguardanti la Cardiologia (61.423), l’Oculistica (44.016), l’Endocrinologia (27.196) e la Dermatologia (25.054). Ma c’è molto da aspettare anche i pazienti in attesa di appuntamento nei reparti di Gastroenterologia (18.026), Otorinolaringoiatria (16.602), Angiologia (15.304), Ostetricia e ginecologia (15.033), Neurologia (13.608), urologia (12.851) e Pneumologia (11.016).

E, per completare il quadro, sono ancora da eseguire 9.598 prestazioni sanitarie in Recupero e riabilitazione funzionale, 9.337 in Ortopedia e traumatologia, 5.591 in Geriatria, 3.858 in Ematologia, 3.852 in Reumatologia, 3.824 in odontoiatria e stomatologia, 3.724 in Medicina nucleare, 3.249 in Chirurgia Vascolare, 3.154 in Chirurgia generale, 3.032 in Allergologia, 2.217 in Nefrologia, 1.521 in Neurochirurgia, 234 in Psichiatria.

«Come abbiamo sempre sostenuto – commenta il consigliere Lisei –, alla prova dei fatti, la creazione di una mega Ausl, la più grande in regione e una delle più vaste in Italia, con oltre un milione di pazienti, non ha giovato al servizio e, quindi, non ha dato risultati utili. I benefici riguardano probabilmente i vertici dirigenziali, non certo i cittadini costretti a spostarsi di continuo tra le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. Anzi, si sono accentuante differenze e discriminazioni sul territorio visto che ci sono Comuni che possono erogare servizi migliori di altri e Comuni che restano scoperti».

Guardando alla situazione regionale, non se la passano molto meglio altre province, in particolare Reggio Emilia e Parma dove il Covid ha “congelato” rispettivamente 185.973 e 165.731 fra esami e visite, con a seguire Ferrara 103.229, Bologna 91.461, Piacenza 61.461 e Imola 22.024.

«Non ci convince il dato su Bologna – conclude Lisei –, dove ci aspettavamo di avere i problemi più grossi in fatto di arretrati, come sarebbe automatico pensare in virtù di un bacino di un milione di abitanti. Faremo ulteriori indagini. A ogni modo è chiaro che siamo di fronte a una vera e propria emergenza, con i cittadini sempre più costretti a rivolgersi al privato e i tanti professionisti sanitari mal pagati, sfiniti dagli straordinari e senza ferie. Come Fdl abbiamo fatto più di una proposta: gli investimenti in sanità non possono tradursi solo in edilizia sanitaria, ma devono partire da un potenziamento e da una valorizzazione del personale oltre che ovviamente da una gestione meno caotica della pandemia».
r.b.


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