Erano in cassa integrazione per il Covid, ma andavano a lavorare. Aziende faentine nei guai

07 dicembre 2021 - Una contabilità parallela da cui risultava che cinque dipendenti avevano lavorato anche in molte giornate in cui invece risultavano ufficialmente a casa usufruendo dei contributi pubblici della cassa integrazione.
L'hanno rilevata le Fiamme Gialle del Comando provinciale di Ravenna, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Ravenna.
A finire nei guai due società faentine collegate tra loro e impegnate nel settore dell’ideazione di campagne pubblicitarie.

Le dichiarazioni dei dipendenti interessati, che hanno ammesso la consegna di emolumenti aggiuntivi completamente “in nero”, confrontate con la documentazione contabile e con le comunicazioni effettuate all'Inps sulle presenze giornaliere hanno quindi permesso di accertare come le società, approfittando delle misure di sostegno adottate dal Governo in soccorso delle aziende colpite dalla crisi pandemica, avessero, per il periodo da aprile a dicembre 2020, falsamente fatto ricorso alla cassa integrazione.

L’amministratore delle società è stato deferito alla Procura della Repubblica di Ravenna per il reato di indebita percezione di erogazioni in danno dello Stato. Inoltre, anche le società beneficiarie sono state segnalate all'autorità giudiziaria.
Segnalazione anche al competente ufficio dell’Inps per il recupero delle somme indebitamente percepite dalle due società, per un importo complessivo di circa 7mila euro, corrispondente al pagamento di oltre 1.138 ore di astensione lavorativa.
Anche i dipendenti impiegati irregolarmente saranno destinatari delle relative sanzioni amministrative per essersi prestati a partecipare a questo meccanismo fraudolento.


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