Politica
L'“Onesto Zac” e la mitezza della politica
Sabato 6 novembre alla Sala Ragazzini la prima proiezione a Ravenna del documentario su Benigno Zaccagnini
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29 ottobre 2021 - Sabato 6 novembre alle 17.30, nella Sala Ragazzini di largo Firenze, Benigno Zaccagnini sarà ricordato nell’anniversario della morte, avvenuta il 5 novembre 1989. Per la prima volta a Ravenna, sarà proiettato il documentario di Giuseppe Sangiorgi per la regia di Pierluigi Castellano “Benigno Zaccagnini: la politica mite”, prodotto dalla Rai nel 2019.
La vita di Benigno Zaccagnini, pediatra, si è snodata tra i palazzi romani e gli ambulatori infantili della Romagna. Tra le testimonianze raccolte nel documentario, quella della moglie Anna Busignani, scomparsa nel 2019; di Cristina Mazzavillani Muti il cui padre, Giordano Mazzavillani, era un carissimo amico del dirigente politico e con lui condivideva la passione per il teatro dei burattini; e degli ex parlamentari Guido Bodrato ed Emanuele Macaluso.
Benigno Zaccagnini, detto “l’onesto Zac” o semplicemente “Zac”, fu un protagonista della prima Repubblica. Parlamentare per dieci legislature, dall’Assemblea costituente del 1946 alla morte, fu segretario della DC dal 1975 al 1980, durante gli anni delle Brigate rosse e del rapimento dell’amico e maestro Aldo Moro, durante il quale sostenne a malincuore la linea della fermezza.
Non dimenticò però mai la Romagna e l’attività di medico pediatra, sua professione prima di entrare nella Resistenza. Per anni coniugò gli impegni nella capitale con gli spettacoli della “Compagnia dei tre dottori”, partecipando in prima persona alle rappresentazioni con i burattini in ospedali, asili e scuole. Per dedicarsi alla sua terra natale, rinunciò perfino a incarichi di grande rilevanza nelle istituzioni. Il caso più famoso è il suo rifiuto a correre per la presidenza della Repubblica nel 1971, dopo il settennato di Saragat.
La proiezione del documentario è organizzata da Centro Studi Donati, Acli, Associazione Zaccagnini, Azione Cattolica, Cif, Confcooperative, Federazione Coltivatori Diretti. Conduce Livia Molducci.
© copyright la Cronaca di Ravenna
La vita di Benigno Zaccagnini, pediatra, si è snodata tra i palazzi romani e gli ambulatori infantili della Romagna. Tra le testimonianze raccolte nel documentario, quella della moglie Anna Busignani, scomparsa nel 2019; di Cristina Mazzavillani Muti il cui padre, Giordano Mazzavillani, era un carissimo amico del dirigente politico e con lui condivideva la passione per il teatro dei burattini; e degli ex parlamentari Guido Bodrato ed Emanuele Macaluso.
Benigno Zaccagnini, detto “l’onesto Zac” o semplicemente “Zac”, fu un protagonista della prima Repubblica. Parlamentare per dieci legislature, dall’Assemblea costituente del 1946 alla morte, fu segretario della DC dal 1975 al 1980, durante gli anni delle Brigate rosse e del rapimento dell’amico e maestro Aldo Moro, durante il quale sostenne a malincuore la linea della fermezza.
Non dimenticò però mai la Romagna e l’attività di medico pediatra, sua professione prima di entrare nella Resistenza. Per anni coniugò gli impegni nella capitale con gli spettacoli della “Compagnia dei tre dottori”, partecipando in prima persona alle rappresentazioni con i burattini in ospedali, asili e scuole. Per dedicarsi alla sua terra natale, rinunciò perfino a incarichi di grande rilevanza nelle istituzioni. Il caso più famoso è il suo rifiuto a correre per la presidenza della Repubblica nel 1971, dopo il settennato di Saragat.
La proiezione del documentario è organizzata da Centro Studi Donati, Acli, Associazione Zaccagnini, Azione Cattolica, Cif, Confcooperative, Federazione Coltivatori Diretti. Conduce Livia Molducci.
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