RAVENNA FESTIVAL / Intervista a Ottavio Dantone: «Händel parla al cuore» | la CRONACA di RAVENNA

RAVENNA FESTIVAL / Intervista a Ottavio Dantone: «Händel parla al cuore»

Oggi “Il Trionfo del tempo e del disinganno” con l’Accademia Bizantina alla Rocca Brancaleone per il Ravenna Festival

24 giugno 2020 -

È musica dei primi anni del Settecento, ma anche il più inesperto ascoltatore d’oggi si farà conquistare: ne è sicuro Ottavio Dantone che oggi dirigerà alla Rocca Brancaleone Il Trionfo del tempo e del disinganno, felice esordio del giovane Georg Friedrich Händel nel campo dell’oratorio. Dantone è da più di vent’anni a capo dell’Accademia Bizantina, gruppo che è nato nel 1983 a Ravenna, qui ha sede ed è composto da musicisti che da sempre lavorano insieme: «Credo che uno dei nostri punti di forza sia il nostro essere come una famiglia: ci conosciamo bene e la nostra intesa si riflette nel nostro modo di far musica» afferma Dantone. L’Accademia Bizantina e il suo direttore sono specializzati in musica del periodo barocco, di cui Händel è uno dei più insigni esponenti.

Il Trionfo del tempo e del disinganno fu composto nel 1707 a Roma su libretto di un cardinale appassionato di musica e di pittura, il colto mecenate Benedetto Pamphilj. Nel corso di mezzo secolo, Händel vi rimise mano due volte, la seconda alla fine della sua esistenza, quando lo fece tradurre in lingua inglese rendendone più agevole la comprensione per il pubblico di Londra. È un lavoro che per certi versi sfugge alle definizioni di genere, basato com’è su quattro figure allegoriche (la Bellezza, il Piacere, il Tempo e il Disinganno) che diventano veri e propri personaggi e interagiscono in maniera molto teatrale in una trama semplice: la Bellezza subisce la seduzione del Piacere, ma gli interventi del Tempo e del Disinganno la inducono ad abbandonarlo e a dedicarsi alla verità e alla salvezza dell’anima.

In effetti, in tempi moderni questo oratorio è stato anche rappresentato con regia, scene e costumi come se fosse un’opera. «E funzionava anche in scena» è il parere di Dantone. «I personaggi sono molto caratterizzati, ciascuno con una propria vocalità. Certo, non c’è un grande movimento scenico, tutto sta nella gestualità dei cantanti, ma è la musica a esprimere gli stati d’animo e non solo nelle arie, che si susseguono una più bella dell’altra, ma nei recitativi che le collegano.

È musica talmente pregnante e varia che rende benissimo il senso della teatralità anche in concerto e ha uno swing, voglio usare proprio questo termine, molto coinvolgente. Insomma, Händel sapeva arrivare al cuore dei suoi contemporanei, ma fa lo stesso anche con noi a trecento anni di distanza. Ritengo che Il Trionfo del tempo e del disinganno sia uno dei suoi capolavori, benché risalga agli anni di gioventù. Tra l’altro, ha gettato delle basi per tutta la sua produzione successiva».

Per l’Accademia Bizantina, ravennate, ripartire con l’attività musicale proprio qui è senz’altro emozionante. «Sì, siamo felici di riprendere a lavorare proprio nella nostra città, dopo questi mesi di inattività, grazie al Ravenna Festival che con coraggio e volontà sta dando un segno importante. Ci stiamo preparando con gioia per questo concerto, siamo tutti euforici».

Con l’Accademia Bizantina e Ottavio Dantone, direttore e clavicembalo, si ascolteranno i soprani Monica Piccinini (la Bellezza) ed Emmanuelle de Negri (il Piacere), il contralto Delphine Galou (il Disinganno) e il tenore Anicio Zorzi Giustiniani (il Tempo).

Il concerto avrà inizio alle 21.30 alla Rocca Brancaleone (biglietti da 5 a 40 euro) e sarà in diretta streaming su ravennafestival.live
  Patrizia Luppi


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