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Nuove musiche per Dante: il Paradiso secondo Valentin Silvestrov
Venerdì 9 luglio, alle 21.30, nella Basilica di Sant’Apollinare in Classe con il Coro da camera di Kiev
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08 luglio 2021 - “La musica è, prima di tutto, un canto; è il mondo che canta se stesso”: un’immagine, quella utilizzata da Valentin Silvestrov, irresistibilmente prossima a quel principio di “armonia delle sfere” che vuole l’universo produrre una musica dolcissima, ineffabile – di questa musica è pervaso anche il Paradiso di Dante, alla cui luminosa evanescenza il compositore ucraino dà voce con O luce etterna.
La prima assoluta di questa nuova composizione è in programma venerdì 9 luglio, alle 21.30, nella Basilica di Sant’Apollinare in Classe, fulgida di mosaici: qui il Coro da camera di Kiev diretto da Mykola Hobdych – che aprirà il concerto con la prima di un’altra pagina di Silvestrov, In Memoriam – porterà a compimento il trittico di nuove musiche ispirate alle cantiche della Commedia che Ravenna Festival ha commissionato a compositori contemporanei per il VII centenario.
Al centro dei dieci quadri di O luce etterna, anche un testo poetico del poeta Taras Ševcenko; ci sono infatti due stelle polari nel cielo poetico di Valentin Silvestrov, voci lontane nel tempo e nello spazio, ma entrambe capaci di fondare una nuova lingua: Dante, settecento anni fa, ha fondato la poesia italiana, Ševcenko, in pieno Ottocento, ha dato vita alla letteratura ucraina moderna.
© copyright la Cronaca di Ravenna
La prima assoluta di questa nuova composizione è in programma venerdì 9 luglio, alle 21.30, nella Basilica di Sant’Apollinare in Classe, fulgida di mosaici: qui il Coro da camera di Kiev diretto da Mykola Hobdych – che aprirà il concerto con la prima di un’altra pagina di Silvestrov, In Memoriam – porterà a compimento il trittico di nuove musiche ispirate alle cantiche della Commedia che Ravenna Festival ha commissionato a compositori contemporanei per il VII centenario.
Al centro dei dieci quadri di O luce etterna, anche un testo poetico del poeta Taras Ševcenko; ci sono infatti due stelle polari nel cielo poetico di Valentin Silvestrov, voci lontane nel tempo e nello spazio, ma entrambe capaci di fondare una nuova lingua: Dante, settecento anni fa, ha fondato la poesia italiana, Ševcenko, in pieno Ottocento, ha dato vita alla letteratura ucraina moderna.
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