Spadoni: "Superare la distribuzione diretta dei farmaci in ospedale" | la CRONACA di RAVENNA

Spadoni: "Superare la distribuzione diretta dei farmaci in ospedale"

L'esponente di Lista per Ravenna suggerisce un maggiore utilizzo delle farmacie esterne

04 luglio 2021 - "La distribuzione diretta dei farmaci in ospedale se da un lato offre all'azienda Usl il vantaggio del risparmio economico dovuto all'acquisto diretto dei medicinali, dall'altro comporta non pochi disagi per l'utenza, costretta ad approvvigionarsi obbligatoriamente presso la struttura ospedaliera. I disagi sono sotto gli occhi di tutti".
E' quanto afferma Gianfranco Spadoni, responsabile di Lista per Ravenna per la sanità.

I limitati punti di erogazione interni all'ospedale "e i pochi farmacisti messi a disposizione provocano spesso file interminabili di attesa. Basti dire che, in un'ora e trenta minuti di tempo, il limitato personale, seppur volenteroso, è in grado di servire non più di dieci persone, peraltro senza poter offrire lo stesso servizio assicurato invece dalla rete capillare delle farmacie in quanto ad assistenza, informazioni e dialogo col paziente".

Il punto centrale di erogazione, posto nel seminterrato dell'ospedale, "è molto vetusto e degradato, attraversato com'è da tubazioni scoperte di ogni tipo e presentando un sistema di illuminazione antiquato, costituito da plafoniere al neon stile anni '70, ed un impianto di areazione e ricambio dell'aria che lascia molto a desiderare.
Se l'Unità sanitaria stessa dovesse compiere verifiche negli ambienti di una farmacia privata o comunale che fossero nelle medesime condizioni di quella ospedaliera propria, dovrebbe necessariamente richiedere tutta una serie di adeguamenti, se non addirittura chiudere l'esercizio. Nei punti di erogazione dei farmaci all?interno del perimetro ospedaliero il disagio è invece scaricato sugli utenti".

Utilizzare le farmacie esterne, che coprono il territorio per l'intero arco del giorno e della notte, ed anche nei giorni festivi, renderebbe più agevole ed economico il prelievo dei farmaci.
"Col sistema attuale si è creata una sorta di farmacia di stato centralizzata, stile ex paesi socialisti dell'Est, superata dai tempi, senza peraltro produrre un risparmio effettivo per il Servizio sanitario, considerando le spese per il personale, per la gestione e per la logistica ed altri fattori vari non di scarso rilievo, che incidono sensibilmente sui costi. La distribuzione diretta sperimentata in altre Aziende sanitarie pare infine non aver prodotto risultati economici e sociali apprezzabili rispetto a quello secolare offerto dalle farmacie territoriali".

"L'Azienda sanitaria dovrebbe dunque superare questa scelta, al fine di evitare maggiori costi economici e sociali per la collettività".


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