I tedeschi attaccano la figura e l'opera di Dante, "ha copiato". De Pascale: "Parole irrispettose e prive di fondamento" | la CRONACA di RAVENNA

I tedeschi attaccano la figura e l'opera di Dante, "ha copiato". De Pascale: "Parole irrispettose e prive di fondamento"

In un articolo dello scrittore Arno Widmann pubblicato sul Frankfurter Rundschau. Non mancano le sorprese anche in Belgio e Olanda, dove una traduzione in fiammingo della Commedia rivede il testo del canto XXVIII laddove cita Maometto

25 marzo 2021 - Oggi si celebra il Dantedì, la giornata dedicata al Sommo Poeta che quest’anno cade nel 700esimo anniversario della sua morte. Ma in Germania è stata l’occasione per attaccare la figura e l’opera di Dante.

Lo scrittore Arno Widmann ha pubblicato un articolo sul Frankfurter Rundschau, in cui afferma: “L’amoralità di Shakespeare, la sua descrizione di ciò che è, ci sembra anni luce più moderno dello sforzo di Dante di avere un’opinione su tutto; di trascinare tutto davanti al giudizio della sua morale. Tutta questa gigantesca opera è lì solo per permettere al poeta di anticipare il Giudizio Universale, di fare il lavoro di Dio”.
Per Widmann "l’Italia lo loda perché ha portato la lingua alle altezze della grande letteratura: si è costruito la lingua per la sua opera e da questa lingua è nata la lingua dei suoi lettori e poi dell’Italia”.
Ma “Dante come poeta lirico è stato preceduto dai trovatori di Provenza, e quindi in realtà la prima lirica in madrelingua italiana fu scritta in provenzale". Anche Brunetto Latini, maestro e amico di Dante, avrebbe scritto il suo Trésor in francese "perché sapeva che avrebbe avuto più lettori". Widmann non si accorge che Brunetto Latini scrisse in lingua d’oil e non francese. Nato ben dopo l’italiano, il francese verrà imposto per legge nel 1539.
E ancora "potrebbe aver sognato, col suo viaggio cristiano nell’Aldilà, di fare un colpaccio ai danni del poema arabo". Come riporta La Repubblica, Widmann riprende la tesi - smentita - dello studioso spagnolo Asín Palacios, il quale nel 1919 affermò che la Divina Commedia si basava su un poema mistico arabo in cui si narra l’esperienza dell’ascesa al Cielo.

I ministri Dario Franceschini e Luigi Di Maio chiedono le scuse ufficiali. In un tweet Franceschini cita il terzo canto dell’Inferno: "Non ragioniam di lor, ma guarda e passa".

In una lettera inviata al quotidiano tedesco, il sindaco Michele de Pascale sottolinea che “Ravenna ha presentato e acquisito nel proprio patrimonio librario oltre 60 traduzioni della Divina Commedia, tra cui prestigiosissime versioni in tedesco.
Domani, in segno di fratellanza e amicizia fra i popoli nel nome di Dante, la Lettura perpetua della Commedia, che si svolge ogni sera presso la Tomba del Poeta, sarà fatta anche in lingua tedesca da un lettore dell’associazione italo-tedesca che leggerà il canto XXVI del Paradiso nella traduzione di Thomas Vormbaum.
Un omaggio ai tanti amici tedeschi che apprezzano Dante e che immagino siano rimasti sconvolti e feriti dalle parole irrispettose e prive di fondamento che avete scritto in questa giornata e in questo anno dal così forte valore simbolico. La prima società dantesca al mondo nacque proprio in Germania a Berlino e questo è il segno dell'amore per Dante del popolo tedesco che ben conosciamo”.

Per Eike Schmidt, direttore degli Uffizi di Firenze, Widmann “è un personaggio di forte vis polemica. Ha sempre fatto parlare di sé per teorie volutamente provocatorie oppure, talvolta, di complotto. Volendo parlare male di Dante, gli muove contro argomenti totalmente insostenibili. La sua opinione non coincide affatto con l’opinione generale su Dante in Germania. Non rappresenta nemmeno una corrente di pensiero”.

In Belgio e in Olanda, invece, in una traduzione in fiammingo della Divina Commedia nel XXVIII° canto dell’Inferno non si cita Maometto per non essere “inutilmente offensivi” come afferma l’editore. Dante lo ha inserito tra i seminatori di discordie, destinato a essere fatto a pezzi da un diavolo armato di spada, con il corpo tagliato dal mento all’ano e le interiora che gli pendono tra le gambe. L’editore sottolinea che "in Dante, Maometto subisce un destino crudo e umiliante, solo perché è il precursore dell’Islam".


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