Cronaca
Ristorante o mensa? Intensi controlli della Polizia locale
Non pochi cercano di aggirare le norme antiCovid, multe da 400 a mille euro e chiusura
![Ristorante o mensa? Intensi controlli della Polizia locale](/file/articoli/th/articoli_3927.jpg)
20 marzo 2021 - Per continuare a lavorare ci sono ristoranti che si trasformano in mense servendo i clienti al tavolo e senza rischiare multe, anche in zona rossa. L'ultimo Dpcm consente infatti l'attività di “mense e catering continuativo su base contrattuale”.
Ma la Polizia locale fa sapere di aver rilevato nei giorni scorsi "la comparsa di iniziative volte a eludere l’obbligo di chiusura dei ristoranti. L’espediente utilizzato è quello di avviare rapporti contrattuali fittizi, o irregolari, con aziende compiacenti o inventate, per la somministrazione dei pasti ai lavoratori.Per questo annuncia che sono in atto le verifiche sul rigoroso rispetto dell’obbligo di sospensione delle attività dei servizi di ristorazione previsto dal Dpcm del 2 marzo. Le uniche attività consentite in zona rossa sono, infatti, la consegna a domicilio e, fino alle ore 18, l’asporto.
"I primi controlli, incentrati sulla preesistenza dei contratti, sull’autenticità delle liste di lavoratori e sulla effettività del rapporto di lavoro dichiarato, hanno evidenziato - spiega la Polizia locale - l’inammissibile ricorso a contratti stipulati il giorno stesso, privi della durata o addirittura sottoscritti con liberi professionisti o partite IVA, espressamente esclusi dalla possibilità di instaurare simili rapporti contrattuali".
Lo scopo dei controlli "è quello di scoraggiare, sul nascere, l’idea di poter aggirare i divieti e tutelare, da un lato, la salute pubblica e, dall’altro, l’onestà dei tanti imprenditori che, con enorme sacrificio, rispettano le regole".
I trasgressori sono soggetti a una multa da 400 a 1.000 euro e a un periodo di chiusura fino a 30 giorni, nel corso dei quali non è naturalmente consentita neppure la consegna a domicilio o l’asporto.
© copyright la Cronaca di Ravenna
Ma la Polizia locale fa sapere di aver rilevato nei giorni scorsi "la comparsa di iniziative volte a eludere l’obbligo di chiusura dei ristoranti. L’espediente utilizzato è quello di avviare rapporti contrattuali fittizi, o irregolari, con aziende compiacenti o inventate, per la somministrazione dei pasti ai lavoratori.Per questo annuncia che sono in atto le verifiche sul rigoroso rispetto dell’obbligo di sospensione delle attività dei servizi di ristorazione previsto dal Dpcm del 2 marzo. Le uniche attività consentite in zona rossa sono, infatti, la consegna a domicilio e, fino alle ore 18, l’asporto.
"I primi controlli, incentrati sulla preesistenza dei contratti, sull’autenticità delle liste di lavoratori e sulla effettività del rapporto di lavoro dichiarato, hanno evidenziato - spiega la Polizia locale - l’inammissibile ricorso a contratti stipulati il giorno stesso, privi della durata o addirittura sottoscritti con liberi professionisti o partite IVA, espressamente esclusi dalla possibilità di instaurare simili rapporti contrattuali".
Lo scopo dei controlli "è quello di scoraggiare, sul nascere, l’idea di poter aggirare i divieti e tutelare, da un lato, la salute pubblica e, dall’altro, l’onestà dei tanti imprenditori che, con enorme sacrificio, rispettano le regole".
I trasgressori sono soggetti a una multa da 400 a 1.000 euro e a un periodo di chiusura fino a 30 giorni, nel corso dei quali non è naturalmente consentita neppure la consegna a domicilio o l’asporto.
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