Scuole chiuse, cresce l'allarme dei genitori. Appello ai sindaci. Intervista a Soheila Soflai | la CRONACA di RAVENNA

Scuole chiuse, cresce l'allarme dei genitori. Appello ai sindaci. Intervista a Soheila Soflai

Anche a Ravenna continuano le manifestazioni nelle piazze contro la didattica a distanza

15 marzo 2021 - Non si placa la protesta di genitori, insegnanti, alunni e studenti contro la chiusura di tutte le scuole.
La manifestazione di domenica 7 marzo in piazza del Popolo è stata replicata anche ieri (domenica 14) in piazza Kennedy, quasi fosse diventato un appuntamento fisso.

“Ci faremo sentire fino a quando non avremo delle risposte che tengano conto delle necessità e dei bisogni veramente essenziali, importantissimi, dei bambini”, afferma Soheila Soflai, nella sua duplice veste di mamma e insegnante. “Bisogna avere ben presente che non solo sono state chiuse le scuole, ma sono state interrotte anche tutte le altre attività, non contempliamo nemmeno il fatto di poterli portare al parco, le aree gioco sono chiuse, è come se fosse un lockdown, i bambini non vanno a fare la spesa o l’attività sportiva individuale. La situazione è drammatica, c'è bisogno che qualcuno si prenda la responsabilità di fare il punto”, aggiunge.

Contemporaneamente si stanno raccogliendo le firme alla petizione per la ripresa delle attività didattiche in presenza e per la difesa dei diritti di bambini, bambine, ragazzi e ragazze di Ravenna. Numerose anche le iniziative a livello nazionale, si fa pressione sui sindaci perché si facciano portavoce al governo del disagio dei bambini e dei ragazzi. “Situazione che va risolta il prima possibile – sottolinea Soheila -, ci sono studi, anche a livello internazionale, che dimostrano come non sia così vantaggiosa la chiusura delle scuole per ridurre i contagi. E, invece, la cosa certa, inopinabile, è che tenere ancora bambini in isolamento procura dei danni al loro equilibrio psicofisico”.

Soheila ha due bimbi, uno di 9 anni che frequenta la 4 elementare e l’altro di 11 anni che fa la prima media, mentre lei è insegnante di sostegno alle superiori. Ha, quindi, un panorama completo del mondo devastato di bambini e ragazzi.
Lei continua ad andare a scuola in presenza, come gli studenti con disabilità. “Sarebbe un danno non avere me come punto di riferimento e mi dispiacerebbe. Potrei andare in congedo, ma preferisco francamente organizzarmi diversamente, per ora ci stiamo un po' alternando io e mio marito e la babysitter, un costo in più da sostenere”. Ma la presenza di un supporto familiare consente almeno di poter fare la scelta di non accedere al congedo, che tra l’altro viene pagato al 50% e quindi crea un problema economico.

Il fattore tempo è importante. “Bisogna trovare delle soluzioni nel breve termine per permettere comunque ai bambini una vita un po’ più equilibrata, perché così li portiamo ad avere danni psicologici che saranno permanenti”.
Per non parlare dell’apprendimento a distanza: “Non ha nessun valore come didattica per i bambini più piccoli che hanno bisogno dell’esperienza concreta e della relazione educativa per imparare, non imparano attraverso lo schermo”.
Per i più grandi c'è un problema di apatia e di demotivazione, di dispersione scolastica, di abbandono che è ai massimi storici e questo considerando che l'Italia è già da record nell'Unione europea per i Neet, i giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano. Senza considerare i fenomeni di autolesionismo. Un po’ di attenzione per i ragazzi grandi ci vorrebbe”.
La scuola è diventata, dunque, una sorta di comunità di recupero, senza avere gli strumenti di una comunità di recupero, come la presenza, ad esempio, di uno psicologo.

Lo sguardo va anche al futuro, al prossimo anno, e alla necessità di una riforma da tempo attesa. “C’è un piano straordinario per la scuola che andrebbe assolutamente attuato, i problemi del personale, delle aule, delle classi pollaio vanno risolti, i fondi ci sono, vanno usati nella giusta maniera e bisogna farlo subito”.

Insomma, insegnanti e genitori uniti per far sentire la voce dei bambini e dei ragazzi e tutti insieme nelle piazze per far vedere di essere capaci di reagire.
MVV

IL TESTO DELLA PETIZIONE


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