Cronaca
PESCA.M.I, oltre 4,5 tonnellate di rifiuti recuperati in mare nel 2020
Coinvolte le marinerie di Porto Garibaldi, Marina di Ravenna e Cervia, con 12 imbarcazioni e 35 pescatori. Un progetto del Cifla, il Centro per l’Innovazione di Fondazione Flaminia
12 febbraio 2021 - Oltre 4,5 tonnellate di rifiuti in mare tra galleggianti, rifiuti sommersi, attrezzi da pesca perduti o abbandonati e oggetti tra i più strani e curiosi: è quanto è stato recuperato nel periodo compreso tra marzo e dicembre 2020 nelle acque costiere dei comuni di Ravenna, Cervia e Comacchio, attraverso l’attività di Pescami (PESCAtori aManti dei marI), progetto in difesa del mare, coordinato da Cifla, Centro per l’Innovazione di Fondazione Flaminia e finanziato dal FLAG Costa dell’Emilia-Romagna.
A dirlo è il report finale che restituisce i risultati del progetto e fotografa la portata del fenomeno della pesca fantasma e la presenza di rifiuti di vario genere nel compartimento marittimo ravennate.
L’attività di recupero ha coinvolto 12 imbarcazioni ed è stata svolta da oltre 35 pescatori tra sub, operatori della pesca da strascico e della piccola pesca artigianale, attraverso 86 uscite complessive in mare, nei mesi da marzo a dicembre 2020.
Parliamo di oltre 1500 retine da cozze, più di 600 oggetti persi per incuria o distrazione dalla tipologia più disparata (dagli occhiali da sole, al cellulare, dai guanti monouso alle mascherine, ecc.), oltre 2000 kili di rifiuti recuperati nel fondo del mare tra cui bottiglie e sacchetti di plastica (26 per cento), boe (7 per cento), pneumatici (15 per cento), lenze, piombi e canne da pesca intere (8 per cento). Fra i recuperi vi è anche uno scaldabagno.
Tra le centinaia di contenitori di plastica, inoltre, oltre 50 sono risultati con almeno 20 anni di età e navigazione in mare. Le acque hanno poi restituito oltre 2 tonnellate di reti fantasma costituite sia da vecchie reti, perse o abbandonate, sia da nasse (42 per cento) che vengono utilizzate dai pescatori professionisti e dai pescatori sportivi e per le quali ne è frequente l’abbandono, ma anche reti da traino, cime o cordame, trappole, galleggianti, piombi, calze.
In occasione dell’evento di presentazione dei risultati dell’attività del progetto, è stato anche premiato il pescatore che ha raccolto più rifiuti: si tratta di Nicola Meldoli della marineria di Cervia.
La speranza che i risultati di Pescami stimolino la strutturazione di una continuativa campagna di rimozione dei rifiuti dal mare anche su scala più ampia, per esempio su base regionale, è espressa da Antonio Penso, direttore di Cifla: “Grazie al supporto del Flag Costa dell’Emilia Romagna, Pescami si pone come una esperienza di successo, una ‘buona prassi’ che Cifla, insieme ai partner di progetto, mette a disposizione come punto di partenza per una nuova sperimentazione su scala territoriale più vasta, in grado di coinvolgere tutta la costa di pertinenza del Flag, e di confrontarsi con analoghe esperienze di livello nazionale e internazionale”.
© copyright la Cronaca di Ravenna
A dirlo è il report finale che restituisce i risultati del progetto e fotografa la portata del fenomeno della pesca fantasma e la presenza di rifiuti di vario genere nel compartimento marittimo ravennate.
L’attività di recupero ha coinvolto 12 imbarcazioni ed è stata svolta da oltre 35 pescatori tra sub, operatori della pesca da strascico e della piccola pesca artigianale, attraverso 86 uscite complessive in mare, nei mesi da marzo a dicembre 2020.
Parliamo di oltre 1500 retine da cozze, più di 600 oggetti persi per incuria o distrazione dalla tipologia più disparata (dagli occhiali da sole, al cellulare, dai guanti monouso alle mascherine, ecc.), oltre 2000 kili di rifiuti recuperati nel fondo del mare tra cui bottiglie e sacchetti di plastica (26 per cento), boe (7 per cento), pneumatici (15 per cento), lenze, piombi e canne da pesca intere (8 per cento). Fra i recuperi vi è anche uno scaldabagno.
Tra le centinaia di contenitori di plastica, inoltre, oltre 50 sono risultati con almeno 20 anni di età e navigazione in mare. Le acque hanno poi restituito oltre 2 tonnellate di reti fantasma costituite sia da vecchie reti, perse o abbandonate, sia da nasse (42 per cento) che vengono utilizzate dai pescatori professionisti e dai pescatori sportivi e per le quali ne è frequente l’abbandono, ma anche reti da traino, cime o cordame, trappole, galleggianti, piombi, calze.
In occasione dell’evento di presentazione dei risultati dell’attività del progetto, è stato anche premiato il pescatore che ha raccolto più rifiuti: si tratta di Nicola Meldoli della marineria di Cervia.
La speranza che i risultati di Pescami stimolino la strutturazione di una continuativa campagna di rimozione dei rifiuti dal mare anche su scala più ampia, per esempio su base regionale, è espressa da Antonio Penso, direttore di Cifla: “Grazie al supporto del Flag Costa dell’Emilia Romagna, Pescami si pone come una esperienza di successo, una ‘buona prassi’ che Cifla, insieme ai partner di progetto, mette a disposizione come punto di partenza per una nuova sperimentazione su scala territoriale più vasta, in grado di coinvolgere tutta la costa di pertinenza del Flag, e di confrontarsi con analoghe esperienze di livello nazionale e internazionale”.
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