Sanità, dialogo de Pascale/ Fusari. "La terapia intensiva non discrimina gli anziani" | la CRONACA di RAVENNA

Sanità, dialogo de Pascale/ Fusari. "La terapia intensiva non discrimina gli anziani"

Il sindaco ha informato che sono in arrivo altre 24mila dosi di vaccino antinfluenzale. Chi lo vuole fare, chiami il proprio medico di base, si è in tempo rispetto all’arrivo dell’influenza"

16 dicembre 2020 - L’appuntamento del mercoledì con i professionisti della sanità ha visto oggi il sindaco Michele de Pascale dialogare con il dottor Maurizio Fusari, direttore dell’Unità operativa Anestesia e rianimazione dei tre presidi ospedalieri della provincia di Ravenna.

L’unità operativa diretta dal dottor Fusari nei tre presidi di Ravenna, Lugo e Faenza ha a disposizione 26 letti, portati a 30 per far fronte all’emergenza sanitaria aggiungendo a Lugo 4 posti per la terapia pre-intensiva. Altri 5/6 posti sono stati ricavati nella nuova piattaforma Chirurgica. In totale, ci sono quindi 35/36 posti letto a gestione diretta dell’intensivistica.

A Faenza, la terapia intensiva è a disposizione dei pazienti non Covid, a Lugo è solo per casi Covid, mentre a Ravenna è al 50% tra Covid e non Covid. “In questo modo, su scala provinciale riusciamo a dare una risposta medica a tutti i pazienti che arrivano da noi” ha spiegato il dottor Fusari.

Il sindaco de Pascale ha poi chiesto perché il Covid, in questa seconda ondata, abbia avuto effetti più pesanti sulla popolazione anziana e se, in queste settimane, si siano registrati contagi anche tra i più giovani.

“L’età non è una discriminante e non lo è mai stata” ha spiegato Fusari. “La discriminante, rispetto al ricovero in terapia intensiva, è se il trattamento intensivo invasivo abbia o meno possibilità di successo su un determinato paziente. Nel nostro Paese facciamo medicina etica, ed è così anche nel nostro territorio. Tutti i pazienti sono uguali, età elevata o meno. Abbiamo avuto anche pazienti giovani, nei quali la risposta è stata migliore rispetto a un anziano, non per età, ma per condizione diabetica, cardiologica o renale. Il processo di invecchiamento, infatti, indebolisce gli organi. A conferma che l’età per noi non è discriminante, la media dei nostri pazienti ha 80 anni. Ci sono nazioni dove a 60 anni non si ha più accesso a cure mediche gratuite. Da noi l’anagrafe non ha mai tenuto nessuno fuori dall’ospedale”.

Altro quesito di un cittadino per il direttore Fusari: chi ha avuto il Covid, può riammalarsi?”.
“Non sono infettivologo – ha risposto il medico - o un immunologo. Se facciamo il vaccino non sappiamo però quanto duri. La copertura è di qualche mese, non qualche anno. La mia risposta non può che essere interlocutoria. Vacciniamoci e vediamo come si sviluppa il decorso”.

Il sindaco ha, quindi, commentato il Bollettino dell’Ausl Romagna relativo all’emergenza Covid, periodo 7-13 dicembre. In tutta l’Ausl romagnola sono stati eseguiti 34.454 tamponi con 2711 nuovi positivi, 544 pazienti sono attualmente ricoverati, di cui 39 in terapia intensiva.
A Ravenna il 7,8% dei tamponi si sono rivelati positivi. “Nella nostra città il personale sanitario è molto bravo nell’identificare i casi asintomatici, così da evitare che contagiati senza sintomi possano circolare ammalando altre persone. La nostra forza è il contact tracing” ha affermato de Pascale.

A proposito delle misure restrittive adottate dal governo, il sindaco ha aggiunto: “Si parla di 3° ondata, ma la seconda non è finita. Occorre massimo rigore e omogeneità tra territori con dati simili. Ritengo però che non vada criminalizzato chi va a fare acquisti comportandosi bene, visto che i negozi sono aperti e autorizzati a esserlo. Non si può tenere aperti i negozi e chiedere alle persone di non entrare. Oppure ci si assume la responsabilità di chiudere. Sono invece da censurare comportamenti sbagliati, come fare assembramenti e stare senza mascherine”.

Sui vaccini influenzali, de Pascale ha detto che “c’è stata grande richiesta. Ne sono in arrivo altre 24mila dosi per l’Ausl Romagna. Invito chi vuole fare il vaccino a chiamare il proprio medico di base, si è in tempo per farlo rispetto all’arrivo dell’influenza”.MVV



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