Cervia sposa l'Adriatico ma l'anello è stato lasciato al mare | la CRONACA di RAVENNA

Cervia sposa l'Adriatico ma l'anello è stato lasciato al mare

La decisione legata al coronavirus. Nessuna rinuncia al buon auspicio per la città

24 maggio 2020 - Il giorno dell'Ascensione ha visto ripetersi l'antico rito del matrimonio di Cervia con le acque dell'Adriatico. L'anello è stato lasciato al mare, come stabilito per questa edizione, in segno di buon auspicio per la città. Alla cerimonia hanno partecipato il sindaco della città Massimo Medri con una rappresentanza della giunta, l'Arcivescovo di Ravenna e Cervia Lorenzo Ghizzoni, il parroco di Cervia don Pierre Cabantous, l'assessore regionale al Turismo Andrea Corsini e il capo di gabinetto della Prefettura di Ravenna dott.ssa Mancini.

Quest'anno è stata una cerimonia in forma ristretta, ma non per questo meno sentita. Ha visto la presenza in mare di un gruppo ristretto di autorità civili e religiose ma tutta la città ha potuto seguire la cerimonia in diretta sulla pagina fb del Comune di Cervia. La comunità cervese ha un forte legame con questa festa di tradizione che nasce da una affascinante leggenda. Ogni anno migliaia e migliaia di persone assistono ai festeggiamenti, al corteo storico, alla cerimonia in mare e partecipano ai numerosi eventi che ruotano intorno al rito del matrimonio con le acque.

Oggi la cerimonia è stata celebrata sui pescherecci che rappresentano una delle tradizioni locali legate all'economia della città ma in passato una lunga fila di burchielle partiva dalla salina, e, trainate lungo le rive del canale fino all'imboccatura del porto, le imbarcazioni si muovevano poi remando verso il mare aperto per celebrare il tradizionale rito della benedizione delle acque con la preghiera per un mare propizio a naviganti, pescatori, salinari e a tutta la città, con il lancio della vera d'oro in mare. E' documentato che fin da quando la città era in mezzo alle saline, quindi prima del 1697, l'evento veniva accompagnato dalla musica della banda e i ragazzi facevano a gara per ripescare l'anello lanciato in mare.

Il rito non si è quasi mai interrotto né ha subito variazioni se non in situazioni molto particolari come durante il secondo conflitto mondiale. Negli anni 1941, 42 e 43 l'anello lanciato in mare non era d'oro ma di ferro. Erano tempi duri ma la tradizione non si interruppe se non nel 1944. Riprese poi subito nell'anno successivo. L'evento ha superato tempi difficili e difficoltà di ogni genere, e quindi proporlo anche in forma ridotta vuole essere di buon augurio per un ritorno alla normalità per tutta la città pronta ad accogliere in sicurezza e con grande calore i suoi ospiti.


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