Cronaca
Siamo in una fascia arancione, un po' più arancione delle altre. Si sommano Dpcm e Ordinanza regionale
Da domenica bar e ristoranti chiusi (solo asporto e consegne a domicilio), si circola solo nel Comune
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13 novembre 2020 - L'Emilia Romagna passa in zona arancione da domenica fino al 3 dicembre.
Aumenta il numero delle regioni in zona rossa. Sono sette perché a Calabria, Lombardia, Piemonte, Provincia di Bolzano e Val d'Aosta si sono aggiunte, in base ai dati della settimana dal 2 all'8 novembre, Campania e Toscana. Le Regioni in zona arancione salgono a 9 con Emilia-Romagna, Friuli e Marche che si uniscono ad Abruzzo, Basilicata, Liguria, Puglia, Sicilia e Umbria. Restano gialle Lazio, Molise, Trento, Sardegna e Veneto.
Ma l'"arancione" dell'Emilia-Romagna sarà di una tonalità più intensa rispetto alle altre regioni, perché l'ordinanza regionale firmata ieri dal governatore Stefano Bonaccini non verrà del tutto spazzata via: le misure più severe rispetto a quanto previsto dalla fascia arancione saranno comunque applicate.
Oltre ai cambiamenti fin qui imposti da Dpcm e zona "gialla", per gli emiliano-romagnoli a partire da domenica, in base alle disposizioni "arancio" del ministero della Salute, si aggiungeranno lo stop agli spostamenti in entrata e in uscita con altre regioni, e da un Comune all'altro (salvo comprovati motivi da giustificare con autocertificazione).
Anche nel proprio Comune si aggiunge la raccomandazione di evitare spostamenti non necessari nel corso della giornata. Altro cambiamento importante, che non era contemplato dall'ordinanza regionale, la chiusura di bar e ristoranti 7 giorni su 7, con asporto consentito dalle 5 fino alle 22 e consegne sempre possibili.
Dell'ordinanza regionale firmata ieri da Bonaccini - che entra in vigore sabato 14 novembre - la misura principale che resta è quella che nei giorni prefestivi e festivi le grandi e medie strutture di vendita, sia con un esercizio unico, sia con più esercizi, comunque collegati, compresi i complessi commerciali, sono chiuse al pubblico, salvo che per la vendita di generi alimentari, le farmacie, le parafarmacie, le tabaccherie e le edicole.
Inoltre, nei giorni festivi si aggiunge il divieto di ogni tipo di vendita, anche in esercizi di vicinato, al chiuso o su area pubblica, sempre fatta eccezione per le farmacie, le parafarmacie, le tabaccherie, le edicole e la vendita di generi alimentari.
Lo stesso vale per l'obbligo dell'uso della mascherina sempre, appena fuori di casa.
Idem lo stop ai mercati all'aperto senza piani ad hoc dai Comuni (Bologna li ha vietati senza deroghe, ad esempio) e stop nei prefestivi alle medie e grandi aree di vendita oltre che ai centri commerciali. Nei negozi alimentari solo un componente per famiglia.
Ulteriore misura aggiuntiva non prevista dalla zona arancione ma in vigore dalla settimana prossima per via dell'ordinanza regionale è la sospensione delle lezioni di ginnastica, canto e strumenti a fiato alle scuole elementari e medie.
L'attività sportiva dovrà evitare centri storici e luoghi solitamente affollati.
© copyright la Cronaca di Ravenna
Aumenta il numero delle regioni in zona rossa. Sono sette perché a Calabria, Lombardia, Piemonte, Provincia di Bolzano e Val d'Aosta si sono aggiunte, in base ai dati della settimana dal 2 all'8 novembre, Campania e Toscana. Le Regioni in zona arancione salgono a 9 con Emilia-Romagna, Friuli e Marche che si uniscono ad Abruzzo, Basilicata, Liguria, Puglia, Sicilia e Umbria. Restano gialle Lazio, Molise, Trento, Sardegna e Veneto.
Ma l'"arancione" dell'Emilia-Romagna sarà di una tonalità più intensa rispetto alle altre regioni, perché l'ordinanza regionale firmata ieri dal governatore Stefano Bonaccini non verrà del tutto spazzata via: le misure più severe rispetto a quanto previsto dalla fascia arancione saranno comunque applicate.
Oltre ai cambiamenti fin qui imposti da Dpcm e zona "gialla", per gli emiliano-romagnoli a partire da domenica, in base alle disposizioni "arancio" del ministero della Salute, si aggiungeranno lo stop agli spostamenti in entrata e in uscita con altre regioni, e da un Comune all'altro (salvo comprovati motivi da giustificare con autocertificazione).
Anche nel proprio Comune si aggiunge la raccomandazione di evitare spostamenti non necessari nel corso della giornata. Altro cambiamento importante, che non era contemplato dall'ordinanza regionale, la chiusura di bar e ristoranti 7 giorni su 7, con asporto consentito dalle 5 fino alle 22 e consegne sempre possibili.
Dell'ordinanza regionale firmata ieri da Bonaccini - che entra in vigore sabato 14 novembre - la misura principale che resta è quella che nei giorni prefestivi e festivi le grandi e medie strutture di vendita, sia con un esercizio unico, sia con più esercizi, comunque collegati, compresi i complessi commerciali, sono chiuse al pubblico, salvo che per la vendita di generi alimentari, le farmacie, le parafarmacie, le tabaccherie e le edicole.
Inoltre, nei giorni festivi si aggiunge il divieto di ogni tipo di vendita, anche in esercizi di vicinato, al chiuso o su area pubblica, sempre fatta eccezione per le farmacie, le parafarmacie, le tabaccherie, le edicole e la vendita di generi alimentari.
Lo stesso vale per l'obbligo dell'uso della mascherina sempre, appena fuori di casa.
Idem lo stop ai mercati all'aperto senza piani ad hoc dai Comuni (Bologna li ha vietati senza deroghe, ad esempio) e stop nei prefestivi alle medie e grandi aree di vendita oltre che ai centri commerciali. Nei negozi alimentari solo un componente per famiglia.
Ulteriore misura aggiuntiva non prevista dalla zona arancione ma in vigore dalla settimana prossima per via dell'ordinanza regionale è la sospensione delle lezioni di ginnastica, canto e strumenti a fiato alle scuole elementari e medie.
L'attività sportiva dovrà evitare centri storici e luoghi solitamente affollati.
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