Danni da cimice asiatica, in arrivo 63 milioni | la CRONACA di RAVENNA

Danni da cimice asiatica, in arrivo 63 milioni

Il Mipaf ha stanziato 112 milioni, la metà assegnati all'Emilia Romagna.Soddisfazione di Coldiretti e Confcooperative

06 novembre 2020 - Arrivano gli aiuti per gli agricoltori dell’Emilia-Romagna che hanno visto lo scorso anno i propri raccolti danneggiati dalla cimice asiatica con perdite complessive di oltre 112 milioni di euro.

È stato firmato dal Mipaf- il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali - e ratificato dalla Conferenza Stato Regioni, il decreto che ripartisce, appunto, gli indennizzi 2019 del Fondo nazionale di solidarietà per i danni causati dall’insetto alle Regioni Emilia-Romagna, Piemonte, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Veneto.

Sui 110 milioni di euro complessivi alla nostra regione sono stati assegnati oltre 63 milioni, più del 57% delle perdite dichiarate.

Gli interventi compensativi mirano a favorire la ripresa dell’attività economica e produttiva delle imprese e saranno ripartiti su tre anni: oltre 40 milioni di euro per il 2020, 11 milioni e 500mila sul 2021 e 11 milioni 500mila euro sul 2022.

“Una notizia molto positiva di cui ringrazio la ministra all’Agricoltura, Teresa Bellanova che ha dimostrato attenzione per il settore frutticolo della nostra regione colpito dalla cimice - commenta l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi-. Questo decreto rappresenta una vera boccata d’ossigeno per i nostri agricoltori, un aiuto importante e concreto al comparto che da tempo aspettava questi indennizzi e che va a sommarsi all’impegno regionale profuso in questi anni per far fronte all’emergenza e al piano di lotta biologica, attivato lo scorso giugno con i lanci delle vespe samurai in circa 300 siti sparsi su tutto il territorio regionale”.

“Ora- prosegue l’assessore- il nostro obiettivo è velocizzare il più possibile il pagamento delle risorse alle nostre imprese: sono già partiti i controlli amministrativi per cominciare ad indennizzare le prime imprese già da dicembre. Abbiamo inoltre chiesto al Governo di anticipare le risorse del 2021 e del 2022. E se non saranno anticipate a livello nazionale- chiude Mammi-, ci impegneremo a farlo noi”. “Pur trattandosi di una cifra che non può coprire gli enormi danni subìti dagli agricoltori nel 2019 a causa della cimice asiatica, alla luce degli attuali meccanismi della Legge 102 si tratta di un risultato certamente positivo, frutto di un importante lavoro di squadra pubblico-privato finalizzato a sostenere e supportare per quanto possibile le aziende agricole più colpite".

Così Carlo Piccinini, presidente di Confcooperative FedAgriPesca Emilia Romagna, interviene sulla firma del Decreto ministeriale che assegna ai frutticoltori della nostra regione 63 milioni di euro sui 110 stanziati dal Fondo di solidarietà nazionale per i danni causati dalla cimice asiatica nel 2019.

“Ora - prosegue Piccinini - è necessario che queste risorse arrivino al più presto, per consentire alle aziende agricole danneggiate (che hanno atteso fin troppo) di affrontare le diverse scadenze economiche: apprezziamo, quindi, l’impegno dell’assessore regionale Mammi ad anticipare le risorse e a velocizzare i pagamenti”.

“Per il futuro del comparto - aggiunge Raffaele Drei, vicepresidente di Confcooperative FedAgriPesca Emilia Romagna - il progetto triennale di rilancio annunciato alcune settimane fa dalla Regione, rappresenta una valida base di partenza per invertire la grave tendenza negativa. La nostra ortofrutta perde sempre più terreno: in vent’anni abbiamo visto scomparire un terzo della superficie dedicata alla coltivazione delle pere e dimezzata quella delle pesche nettarine. I sei assi strategici proposti dall’assessore Mammi possono favorire la competitività del sistema ortofrutticolo emiliano-romagnolo e la capacità di dare un adeguato reddito ai frutticoltori, a patto che la burocrazia e i veti incrociati non blocchino tutto. Si parla infatti di riduzione dei costi di produzione, sostegno agli investimenti per l’adattamento ai cambiamenti climatici e alla ricerca di nuove tecniche di difesa chimica e biologica, attivazione di strumenti di gestione del rischio, incremento della sostenibilità lungo tutta la filiera, riconversione varietale in funzione delle preferenze di gusto dei consumatori, promozione delle eccellenze regionali. Sono tutti ambiti - conclude Drei - che vedono già da anni la cooperazione ortofrutticola in prima linea, impegnata con investimenti e iniziative di valorizzazione della frutta conferita dai soci produttori; abbiamo bisogno che le Istituzioni ci accompagnino in questo percorso”.


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