Cronaca
L'Emilia Romagna al momento fuori da zone rossa e arancione
La bozza di Dpcm: Lombardia, il Piemonte, la Calabria, la Valle d’Aosta e l’Alto Adige le aree più critiche
![L'Emilia Romagna al momento fuori da zone rossa e arancione](/file/articoli/th/articoli_2040.jpg)
04 novembre 2020 - L'Emilia Romagna è, al momento, esclusa dalle zone rossa e arancione, dove maggiore è la diffusione del Covid e dove maggiori saranno le restrizioni. Il quadro si sta delineando in queste ore e sarà valido fino al 3 dicembre.
Nella zona rossa dovrebbero essere inserite la Lombardia, il Piemonte, la Calabria, la Valle d’Aosta e l’Alto Adige. In questi territori verranno introdotte ulteriori restrizioni rispetto a quelle annunciate ieri dal premier e valide su tutto il territorio nazionale (didattica a distanza al 100% per tutti i licei e istituti professionali, chiusura nei giorni festivi e prefestivi dei centri commerciali, chiusura delle sale giochi e di quelle dedicate al bingo, oltre agli spazi dedicati a queste attività presenti nei tabaccai, stop a musei e mostre, capienza massima dei mezzi pubblici limitata al 50%.).
Nei territori inseriti nella fascia più a rischio (per un minimo di 15 giorni e con aggiornamenti di settimana in settimana) saranno vietati gli spostamenti interni e in ingresso e in uscita salvo che per comprovate esigenze lavorative, necessità e motivi di salute. Verranno inoltre sospese le attività commerciali al dettaglio, salvo generi alimentari e di prima necessità, chiusi mercati, pub, ristoranti, gelaterie e pasticcerie e le attività sportive. Resterà consentita la sola ristorazione con consegna a domicilio e, fino alle 22, quella da asporto.
La discussione è in corso su altre sei Regioni, che al momento oscillano tra la zona arancione e quella rossa: Puglia, Campania, Umbria, Toscana, Marche e Lazio. Arancione dovrebbero essere anche la Liguria e il Veneto, ma quest’ultima potrebbe essere inserita per ora nella fascia di rischio più basso, quella verde, insieme al resto del territorio italiano. Per le zone arancioni saranno vietati i movimenti in entrata e uscita, salvo i casi già enunciati per le zone rosse, ma saranno consentiti quelli interni purché siano all’interno del proprio comune di domicilio o di residenza. Chiusi anche qui i servizi di ristorazione, fatto salvo per le consegne a domicilio e l’asporto fino alle 22, mentre le restanti attività al dettaglio potranno continuare a operare.
© copyright la Cronaca di Ravenna
Nella zona rossa dovrebbero essere inserite la Lombardia, il Piemonte, la Calabria, la Valle d’Aosta e l’Alto Adige. In questi territori verranno introdotte ulteriori restrizioni rispetto a quelle annunciate ieri dal premier e valide su tutto il territorio nazionale (didattica a distanza al 100% per tutti i licei e istituti professionali, chiusura nei giorni festivi e prefestivi dei centri commerciali, chiusura delle sale giochi e di quelle dedicate al bingo, oltre agli spazi dedicati a queste attività presenti nei tabaccai, stop a musei e mostre, capienza massima dei mezzi pubblici limitata al 50%.).
Nei territori inseriti nella fascia più a rischio (per un minimo di 15 giorni e con aggiornamenti di settimana in settimana) saranno vietati gli spostamenti interni e in ingresso e in uscita salvo che per comprovate esigenze lavorative, necessità e motivi di salute. Verranno inoltre sospese le attività commerciali al dettaglio, salvo generi alimentari e di prima necessità, chiusi mercati, pub, ristoranti, gelaterie e pasticcerie e le attività sportive. Resterà consentita la sola ristorazione con consegna a domicilio e, fino alle 22, quella da asporto.
La discussione è in corso su altre sei Regioni, che al momento oscillano tra la zona arancione e quella rossa: Puglia, Campania, Umbria, Toscana, Marche e Lazio. Arancione dovrebbero essere anche la Liguria e il Veneto, ma quest’ultima potrebbe essere inserita per ora nella fascia di rischio più basso, quella verde, insieme al resto del territorio italiano. Per le zone arancioni saranno vietati i movimenti in entrata e uscita, salvo i casi già enunciati per le zone rosse, ma saranno consentiti quelli interni purché siano all’interno del proprio comune di domicilio o di residenza. Chiusi anche qui i servizi di ristorazione, fatto salvo per le consegne a domicilio e l’asporto fino alle 22, mentre le restanti attività al dettaglio potranno continuare a operare.
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