Porto, Finanza e Dogana sequestrano depuratori arrivati dalla Cina | la CRONACA di RAVENNA

Porto, Finanza e Dogana sequestrano depuratori arrivati dalla Cina

Si tratta di generatori di ozono privi della certificazione di conformità

12 settembre 2020 - I finanzieri del Comando provinciale di Ravenna e i funzionari dell'Agenzia delle Dogane hanno intercettato e sequestrato al porto, un carico proveniente dalla Cina con 210 generatori di ozono (depuratori ambientali), in quanto privi della necessaria certificazione di conformità degli apparecchi agli standard di sicurezza dell’Unione Europea.
Peraltro la documentazione allegata mancava di chiare indicazioni sull’origine e le caratteristiche tecniche dei prodotti.

Il carico è stato individuato grazie alla consolidata sinergia operativa tra le Fiamme Gialle ravennati e l’Ufficio delle Dogane nell’attività di analisi e selezione delle spedizioni internazionali in uscita dal varco doganale da sottoporre a più stringenti controlli.

In questo caso i prodotti sequestrati sarebbero stati immessi nel mercato locale senza alcuna garanzia circa il rispetto degli standard minimi di sicurezza in ordine all’utilizzo in bassa tensione e alla compatibilità elettromagnetica del prodotto, così come previsto dalle normative europee di settore. La mancata chiara indicazione del produttore e della successiva filiera di importazione e commercializzazione sull’etichetta e sulla documentazione commerciale, avrebbe poi reso vana anche ogni eventuale azione tesa all’attivazione della garanzia sul corretto funzionamento degli apparecchi.

Pertanto, le Fiamme Gialle e i funzionari dell’Agenzia delle Dogane hanno sequestrato l’intero carico e contestato al destinatario della merce, una società emiliano romagnola, la violazione delle disposizioni del Codice del Consumo che prevedono una sanzione amministrativa da un minimo di 516 a un massimo di 25.823 euro.

Anche questo servizio si colloca nell’ambito delle quotidiane attività di controllo che la Guardia di Finanza e l’Ufficio delle Dogane di Ravenna conducono in ambito portuale per evitare che venga immesso sul mercato materiale potenzialmente pericoloso, a tutela del consumatore finale.


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