Violenza sulle donne. Oltre 2,5 milioni all’Emilia-Romagna per case rifugio e centri antiviolenza | la CRONACA di RAVENNA

Violenza sulle donne. Oltre 2,5 milioni all’Emilia-Romagna per case rifugio e centri antiviolenza

Da Piacenza a Rimini, il sistema può contare complessivamente su 78 strutture. Via libera dalla Giunta alla ripartizione dei fondi sul territorio

28 dicembre 2023 - Oltre 2,5 milioni di euro dal Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità per rafforzare la rete delle Case e dei Centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna, punto di riferimento essenziale per le donne vittime di violenza che hanno bisogno di aiuto, accoglienza e protezione.

È la quota di risorse nazionali, complessivamente 30 milioni di euro, assegnate alla Regione, che andranno a finanziare la rete di assistenza presente da Piacenza a Rimini, con 23 Centri antiviolenza e 55 Case rifugio iscritte nell’elenco regionale; quasi 600mila euro in più rispetto al 2022, quando all’Emilia-Romagna erano stati destinati 1milione e 937mila euro, su un totale di 20.

I fondi a disposizione del territorio regionale, esattamente 2.533.617 euro, sono così suddivisi: 953mila euro per i Centri antiviolenza iscritti all’elenco regionale e 1milione e 580mila euro per le Case rifugio in possesso dei requisiti previsti dalla normativa vigente.

Dopo il via libera della Giunta regionale arrivato nell’ultima seduta, la Regione trasferirà le risorse agli Enti locali che gestiscono direttamente o finanziano, attraverso convenzioni, i Centri antiviolenza e le Case rifugio operanti sul territorio regionale, come avviene sulla base del proprio modello di governance già dal 2014, dopo il primo Dpcm sul riparto delle risorse del Fondo nazionale.

“I Centri antiviolenza e le Case rifugio sono luoghi in cui le donne che hanno subito violenza possono trovare ascolto e sostegno, ma anche ricevere un concreto accompagnamento verso la piena autonomia - commenta l’assessora alle Pari opportunità, Barbara Lori-. Parliamo di risorse fondamentali per garantire un vero e proprio riferimento e un sistema di assistenza efficace e diffuso, che fornisce supporto immediato e a lungo termine alle donne vittime di violenza. Risorse fondamentali che necessiterebbero di stanziamenti pluriennali per agevolare in modo ancor più strutturato la complessa e diffusa presenza dei Centri Antiviolenza sui territori. Un obiettivo- aggiunge Lori- che la Regione persegue attraverso il piano Regionale per la violenza di genere, investendo risorse proprie. Dal 2020 oltre 20 milioni di euro, che hanno permesso di finanziare il Reddito di libertà, progetti per le pari opportunità con gli Enti Locali, le scuole e il Terzo settore, e la messa a punto di Linee guida per l’accoglienza e la presa in carico in Pronto soccorso delle donne che subiscono violenza di genere e la formazione per gli operatori dei servizi socio sanitari e dei mediatori culturali”.  

La ripartizione delle risorse sul territorio
I 2 milioni e 533mila euro destinati alla Regione Emilia-Romagna vengono suddivisi tra gli Enti locali (Comuni e Unioni di Comuni) sedi di Centri antiviolenza e Case rifugio, utilizzando parametri di riparto consolidati, condivisi e confermati anche in occasione dell’ultimo incontro dello scorso 27 novembre con assessori e tecnici degli enti sedi di Centri antiviolenza, congiuntamente con le associazioni no profit che gestiscono le strutture.

Nel dettaglio, i parametri per i Centri Antiviolenza sono: 20% in base al numero dei Centri presenti nel territorio dell’Ente, 60% in base alle ore di apertura e 20% in base alla popolazione residente nel bacino territoriale di copertura; i parametri per le Case rifugiosono: 20% in base al numero delle Case presenti sul territorio dell’Ente, 60% in base al numero di posti letto e 20% in base alla popolazione residente nel bacino territoriale di copertura.
I fondi saranno trasmessi a inizio 2024 agli Enti Locali, che hanno l’obbligo e la responsabilità che vengano rispettate la destinazione delle risorse e la tracciabilità dei flussi; i soggetti beneficiari, inoltre, devono inviare alla Regione la relazione delle attività svolte e la rendicontazione economica dei fondi ricevuti. 

Riparto dei fondi agli Enti locali


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