Cronaca
Da Conselice a Quarrata. Un ‘convoglio’ di cinque mezzi in aiuto agli alluvionati
Lo stesso percorso era stato effettuato lo scorso maggio, ma a parti invertite, quando era la Romagna in difficoltà. Il dono più originale? Un'asciugatrice
12 novembre 2023 - Da Conselice a Quarrata, in provincia di Pistoia, in Toscana. Questo è il percorso compiuto oggi, domenica 12 novembre, da un ‘convoglio’ di cinque mezzi, guidati da altrettanti autisti accompagnati da una decina di volontari, per portare aiuto a chi ha vissuto di recente l’alluvione.
Lo stesso percorso era stato effettuato lo scorso maggio, ma a parti invertite, quando era la Romagna in difficoltà. «Restituire l’aiuto ricevuto è per la nostra comunità un sentimento condiviso. Grazie», questo ha scritto la sindaca di Conselice Paola Pula sui social.
Capo ‘spedizione’, che ha quasi il sapore della scampagnata tanto è forte il legame di amicizia tra i volontari, è l’assessore Raffaele Alberoni. «Quando abbiamo saputo del disastro capitato in Toscana – racconta – non ci abbiamo pensato due volte a organizzarci per raccogliere vivere e beni materiali decidendo, in accordo con i cittadini, di sospendere gli aiuti per dare una mano. Chi meglio di noi poteva comprendere quanto vissuto da loro? Insieme si può fare la differenza e risolvere i problemi».
Durante questa prima ‘spedizione’ sono stati consegnati, in parte al centro logistico di Quarrata e in parte nella sede della Croce Rossa Pistoiese, stivali e tira acqua, ma anche prodotti di largo consumo per la pulizia della casa, per l’igiene personale e derrate alimentari a lunga conservazione, oltre a una ventina di casse di frutta.
Il dono più originale dei cittadini di Conselice è senza dubbio una asciugatrice, visto che in questo squarcio d’autunno il sole scalda meno che in primavera.
Quella di oggi è solo la prima di almeno tre spedizioni domenicali, perché i conselicesi dal cuore grande continueranno ad aiutare.
Inoltre, è stata anche aperta una raccolta fondi da parte delle attività commerciali che espongono il salvadanaio in vetrina e nelle prossime settimane si dovrà dunque decidere se fare un contributo diretto o se comprare beni specifici da donare.
«A Quarrata e dintorni – spiega ancora Alberoni –, molte attività sono chiuse e molte strade sono infangate, anche se i mezzi di soccorso stanno pulendo. Nel complesso però la situazione ci è sembrata migliore che a Conselice perché, grazie ai continui saliscendi del territorio, l’acqua ha ristagnato di meno. Noi, in pianura, siamo rimasti sott’acqua per circa venti giorni».
A Conselice, l’alluvione non è ancora ‘acqua passata’, termine quanto mai azzeccato, perché c’è la paura di rivivere altri fenomeni disastrosi. Ci sono ancora alcuni nuclei familiari fuori casa: la stima, un paio di settimane fa, era di 200 nuclei per circa 500-600 persone; ora il numero dovrebbe essersi dimezzato.
Le abitazioni non hanno subito danni strutturali ma sono malsane per la forte umidità che ha impregnato i muri. Le riparazioni sono in corso e chi può sta al secondo piano.
Gli argini sono stata riparati in appena cinque mesi e hanno tenuto durante la piena dello scorso 2 novembre, che ha coinvolto il Santerno, mentre il tanto temuto Sillaro è a secco. Però c’è ancora da completare la pulizia.
«La paura continua a essere il sentimento più diffuso e questo mi fa arrabbiare a livello personale – conclude l’assessore –. La gente ha bisogno di tranquillità e di azioni concrete per essere rassicurata. Non hanno aiutato le polemiche politiche e i due mesi senza commissario straordinario. Tra le problematiche da risolvere vi è poi quella delle tane degli istrici, vere e proprie caverne, che hanno contribuito a far crollare l’argine».
© copyright la Cronaca di Ravenna
Lo stesso percorso era stato effettuato lo scorso maggio, ma a parti invertite, quando era la Romagna in difficoltà. «Restituire l’aiuto ricevuto è per la nostra comunità un sentimento condiviso. Grazie», questo ha scritto la sindaca di Conselice Paola Pula sui social.
Capo ‘spedizione’, che ha quasi il sapore della scampagnata tanto è forte il legame di amicizia tra i volontari, è l’assessore Raffaele Alberoni. «Quando abbiamo saputo del disastro capitato in Toscana – racconta – non ci abbiamo pensato due volte a organizzarci per raccogliere vivere e beni materiali decidendo, in accordo con i cittadini, di sospendere gli aiuti per dare una mano. Chi meglio di noi poteva comprendere quanto vissuto da loro? Insieme si può fare la differenza e risolvere i problemi».
Durante questa prima ‘spedizione’ sono stati consegnati, in parte al centro logistico di Quarrata e in parte nella sede della Croce Rossa Pistoiese, stivali e tira acqua, ma anche prodotti di largo consumo per la pulizia della casa, per l’igiene personale e derrate alimentari a lunga conservazione, oltre a una ventina di casse di frutta.
Il dono più originale dei cittadini di Conselice è senza dubbio una asciugatrice, visto che in questo squarcio d’autunno il sole scalda meno che in primavera.
Quella di oggi è solo la prima di almeno tre spedizioni domenicali, perché i conselicesi dal cuore grande continueranno ad aiutare.
Inoltre, è stata anche aperta una raccolta fondi da parte delle attività commerciali che espongono il salvadanaio in vetrina e nelle prossime settimane si dovrà dunque decidere se fare un contributo diretto o se comprare beni specifici da donare.
«A Quarrata e dintorni – spiega ancora Alberoni –, molte attività sono chiuse e molte strade sono infangate, anche se i mezzi di soccorso stanno pulendo. Nel complesso però la situazione ci è sembrata migliore che a Conselice perché, grazie ai continui saliscendi del territorio, l’acqua ha ristagnato di meno. Noi, in pianura, siamo rimasti sott’acqua per circa venti giorni».
A Conselice, l’alluvione non è ancora ‘acqua passata’, termine quanto mai azzeccato, perché c’è la paura di rivivere altri fenomeni disastrosi. Ci sono ancora alcuni nuclei familiari fuori casa: la stima, un paio di settimane fa, era di 200 nuclei per circa 500-600 persone; ora il numero dovrebbe essersi dimezzato.
Le abitazioni non hanno subito danni strutturali ma sono malsane per la forte umidità che ha impregnato i muri. Le riparazioni sono in corso e chi può sta al secondo piano.
Gli argini sono stata riparati in appena cinque mesi e hanno tenuto durante la piena dello scorso 2 novembre, che ha coinvolto il Santerno, mentre il tanto temuto Sillaro è a secco. Però c’è ancora da completare la pulizia.
«La paura continua a essere il sentimento più diffuso e questo mi fa arrabbiare a livello personale – conclude l’assessore –. La gente ha bisogno di tranquillità e di azioni concrete per essere rassicurata. Non hanno aiutato le polemiche politiche e i due mesi senza commissario straordinario. Tra le problematiche da risolvere vi è poi quella delle tane degli istrici, vere e proprie caverne, che hanno contribuito a far crollare l’argine».
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