Cronaca
Rubano 1000 progetti e pezzi di ricambio a un'azienda lughese
Quattro persone, italiani e marocchini, accusati di accesso abusivo a sistema informatico e autoriciclaggio. Sequestrati 325mila euro
![Rubano 1000 progetti e pezzi di ricambio a un'azienda lughese](/file/articoli/th/articoli_638333374235966192.jpg)
19 ottobre 2023 - Più di mille disegni tecnici rubati a un'importante azienda lughese lughese, attiva nella progettazione e produzione di macchine e impianti automatici per l’estrusione dei tubi e dei profili in plastica. Il reato è stato commesso da quattro persone, italiani e marocchini, che hanno acceduto abusivamente ai sistemi informatici dell'impresa e trafugato anche numerosi pezzi di ricambio, utilizzati per l’assemblaggio dei macchinari.
Nei loro confronti i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Ravenna, su delega del Sostituto Procuratore Luca Venturi della Procura della Repubblica di Bologna, hanno dato esecuzione a un provvedimento di sequestro preventivo per oltre 325mila euro quale profitto dei reati di accesso abusivo a sistema informatico, furto aggravato ed autoriciclaggio.
Un provvedimento cautelare, emesso dal gip di Bologna, che arriva a conclusione di un’articolata attività di indagine innescata da un esposto presentato dall'azienda. Le successive indagini delle Fiamme Gialle hanno permesso di accertare come alcuni dipendenti infedeli, con il supporto di un familiare, si siano impossessati di oltre 1.000 disegni tecnici, per poi avviare un mercato parallelo alimentato da prodotti che ne riproducevano i progetti.
Per questi motivi, la Procura di Bologna ha richiesto e ottenuto dal Giudice per le indagini preliminari del tribunale felsineo un provvedimento di sequestro preventivo su conti correnti e immobili nella disponibilità degli indagati per 325mila euro, quale profitto del reato derivante dalla commercializzazione (per il tramite di una società di ‘comodo’ di diritto marocchino – da qui la contestazione del reato di autoriciclaggio), di quanto rubato all’azienda lughese.
Il procedimento penale è ancora nella fase delle indagini preliminari, e la responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata solo in caso di emissione di una sentenza irrevocabile di condanna.
L’operazione delle Fiamme Gialle ravennati testimonia ancora una volta i massimi livelli di attenzione prestati dal Corpo nella tutela dei diritti di proprietà industriale e del Made in Italy, la cui violazione arreca una grave alterazione di una leale e sana concorrenza sul mercato, pregiudicando gli interessi di operatori economici onesti e consumatori.
© copyright la Cronaca di Ravenna
Nei loro confronti i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Ravenna, su delega del Sostituto Procuratore Luca Venturi della Procura della Repubblica di Bologna, hanno dato esecuzione a un provvedimento di sequestro preventivo per oltre 325mila euro quale profitto dei reati di accesso abusivo a sistema informatico, furto aggravato ed autoriciclaggio.
Un provvedimento cautelare, emesso dal gip di Bologna, che arriva a conclusione di un’articolata attività di indagine innescata da un esposto presentato dall'azienda. Le successive indagini delle Fiamme Gialle hanno permesso di accertare come alcuni dipendenti infedeli, con il supporto di un familiare, si siano impossessati di oltre 1.000 disegni tecnici, per poi avviare un mercato parallelo alimentato da prodotti che ne riproducevano i progetti.
Per questi motivi, la Procura di Bologna ha richiesto e ottenuto dal Giudice per le indagini preliminari del tribunale felsineo un provvedimento di sequestro preventivo su conti correnti e immobili nella disponibilità degli indagati per 325mila euro, quale profitto del reato derivante dalla commercializzazione (per il tramite di una società di ‘comodo’ di diritto marocchino – da qui la contestazione del reato di autoriciclaggio), di quanto rubato all’azienda lughese.
Il procedimento penale è ancora nella fase delle indagini preliminari, e la responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata solo in caso di emissione di una sentenza irrevocabile di condanna.
L’operazione delle Fiamme Gialle ravennati testimonia ancora una volta i massimi livelli di attenzione prestati dal Corpo nella tutela dei diritti di proprietà industriale e del Made in Italy, la cui violazione arreca una grave alterazione di una leale e sana concorrenza sul mercato, pregiudicando gli interessi di operatori economici onesti e consumatori.
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