Cronaca
Nei cantieri edili si muore di caldo, i sindacati: "Sopra ai 35 gradi si ha diritto alla cassa integrazione
Le nuove regole dettate dall'Inps: i lavori dovrebbero essere ridotti o sospesi
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13 luglio 2023 - Uil, Cgil e Cisl lanciano l’allarme: nel nostro territorio, vista l’imminente ondata di caldo portata dall'anticiclone Cerbero, il caldo torrido e le elevate temperature potranno mettere in grave rischio la salute e la sicurezza dei lavoratori nei cantieri edili, stradali e nelle fabbriche di costruzioni.
I sindacati edili chiedono di agire alle prefetture e ai comuni indicando le linee guida da adottare per salvaguardare chi è impiegato sotto il sole dallo stress termico.
In particolare, ritengono necessario che in caso di caldo torrido le aziende fermino le attività lavorative. Sopra i 35 gradi dovrebbero essere ridotti o sospesi i lavori ricorrendo alla cassa integrazione come previsto dall'Inps e richiamato anche dall’Inail nel giugno dello scorso anno.
Già da luglio 2021 Cgil, Cisl e Uil con la regione Emilia-Romagna hanno emanato una direttiva sulla prevenzione del rischio da stress da calore negli ambienti di lavoro, approvata anche dalle associazioni Industriali.
È fondamentale che nei cantieri siano resi disponibili e accessibili fonti di acqua e aree ombreggiate dove poter stazionare nelle pause.
I sindacati ritengono necessaria la revisione dell’organizzazione dei turni di lavoro, riprogrammando, ad esempio, le attività che non sono prioritarie e prevedendole nei giorni con condizioni meteo climatiche più favorevoli o pianificando le attività più impegnative dal punto di vista fisico durante gli orari più freschi della giornata.
Ai lavoratori va garantita un’adeguata formazione e informazione sui rischi derivanti dai colpi di calore. Sarebbe opportuno che anche Ravenna rientrasse nel sistema di allarme HHWWS, che fa stime climatiche su ambiti territoriali regionali e che sono in grado di prevedere, fino a 72 ore di anticipo, il verificarsi di condizioni climatiche a rischio per la salute della popolazione.
A quel punto sarebbe sufficiente avere un semplice termometro e igrometro a disposizione nel cantiere per consentire alle imprese di sapere se il loro cantiere rientra nell’ambito delle previsioni del sistema di allarme o semplicemente trovare riscontro sui bollettini sulle ondate di calore emanati dal servizio del ministero della salute.
«La sicurezza sul lavoro è anche questo e per poterla garantire è necessario che si formi una cultura che vada oltre gli obblighi normativi. Ecco perché ci preme diffondere tra aziende e lavoratori l’importanza della salvaguardia dal rischio termico.
I fenomeni climatici estremi sono stati recentemente posti in relazione con un aumento del rischio di infortunio sul lavoro», dichiarano i segretari provinciali di Feneal Uil Antonio Pugliese, Roberto Casanova Filca Cisl, Roberto Martelli Fillea Cgil.
© copyright la Cronaca di Ravenna
I sindacati edili chiedono di agire alle prefetture e ai comuni indicando le linee guida da adottare per salvaguardare chi è impiegato sotto il sole dallo stress termico.
In particolare, ritengono necessario che in caso di caldo torrido le aziende fermino le attività lavorative. Sopra i 35 gradi dovrebbero essere ridotti o sospesi i lavori ricorrendo alla cassa integrazione come previsto dall'Inps e richiamato anche dall’Inail nel giugno dello scorso anno.
Già da luglio 2021 Cgil, Cisl e Uil con la regione Emilia-Romagna hanno emanato una direttiva sulla prevenzione del rischio da stress da calore negli ambienti di lavoro, approvata anche dalle associazioni Industriali.
È fondamentale che nei cantieri siano resi disponibili e accessibili fonti di acqua e aree ombreggiate dove poter stazionare nelle pause.
I sindacati ritengono necessaria la revisione dell’organizzazione dei turni di lavoro, riprogrammando, ad esempio, le attività che non sono prioritarie e prevedendole nei giorni con condizioni meteo climatiche più favorevoli o pianificando le attività più impegnative dal punto di vista fisico durante gli orari più freschi della giornata.
Ai lavoratori va garantita un’adeguata formazione e informazione sui rischi derivanti dai colpi di calore. Sarebbe opportuno che anche Ravenna rientrasse nel sistema di allarme HHWWS, che fa stime climatiche su ambiti territoriali regionali e che sono in grado di prevedere, fino a 72 ore di anticipo, il verificarsi di condizioni climatiche a rischio per la salute della popolazione.
A quel punto sarebbe sufficiente avere un semplice termometro e igrometro a disposizione nel cantiere per consentire alle imprese di sapere se il loro cantiere rientra nell’ambito delle previsioni del sistema di allarme o semplicemente trovare riscontro sui bollettini sulle ondate di calore emanati dal servizio del ministero della salute.
«La sicurezza sul lavoro è anche questo e per poterla garantire è necessario che si formi una cultura che vada oltre gli obblighi normativi. Ecco perché ci preme diffondere tra aziende e lavoratori l’importanza della salvaguardia dal rischio termico.
I fenomeni climatici estremi sono stati recentemente posti in relazione con un aumento del rischio di infortunio sul lavoro», dichiarano i segretari provinciali di Feneal Uil Antonio Pugliese, Roberto Casanova Filca Cisl, Roberto Martelli Fillea Cgil.
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