«Combatterò fino all’ultimo minuto contro una radicata opinione secondo cui qualcuno ha deciso chi andava allagato e chi no» | la CRONACA di RAVENNA

«Combatterò fino all’ultimo minuto contro una radicata opinione secondo cui qualcuno ha deciso chi andava allagato e chi no»

Così il sindaco de Pascale all'affollata assemblea di Fornace Zarattini. Si è discusso di come distribuire le donazioni, delle perizie necessarie per ricevere i contributi, delle cause dell’alluvione e degli interventi necessari sul territorio

07 luglio 2023 - «Combatterò fino all’ultimo minuto una radicata opinione secondo cui qualcuno ha deciso chi andava allagato e chi no. Non è assolutamente vero. Sarei arrogante se dicessi che non ho commesso errori, ma mai in nessuna sede si è deciso di allagare Caio invece di Tizio».
Lo ha detto il sindaco Michele de Pascale nel corso dell’affollata assemblea tenutasi ieri sera a Fornace Zarattini. Il riferimento è a chi afferma che si sarebbe sacrificata Fornace Zarattini per salvare San Vitale.

Con lui erano presenti tecnici comunali, del Consorzio di Bonifica e degli ordini professionali.
Si è discusso di come distribuire le donazioni, delle perizie necessarie per ricevere i contributi, delle cause dell’alluvione e degli interventi necessari sul territorio.
Tutti temi che saranno affrontati con il commissario Figliuolo quando verrà a Ravenna mercoledì 12 luglio.

A proposito delle donazioni, 6 milioni, l’amministrazione comunale ha deciso di mettere la somma a disposizione delle famiglie con i danni più ingenti che ne faranno richiesta.
De Pascale spiega che «se distribuissimo le risorse in maniera generalizzata a tutti i cittadini che hanno presentato il modulo di indennizzo, commetteremmo l’errore di fare parti uguali fra diseguali, rischiando in alcuni casi di indennizzare oltre il danno subito e in altri casi di fornire aiuti non coerenti con enormi entità di danni».
Da qui la definizione di due percorsi per i cittadini per richiedere i fondi. Il primo riguarda il contributo di immediato sostegno, che prevede fino a 5.000 euro di risarcimento danni, che dietro richiesta (auto dichiarando di aver subito danni superiori a 5.000 euro) può essere aumentato di mille euro grazie alle donazioni. La seconda strada – e il cittadino danneggiato può percorrerle entrambe – è offrire una somma più significativa per ristorare danni ingenti che possono essere valutati solo con la presentazione di una perizia che certifica il danno oggettivo.
Presto saranno disponibili i moduli per accedere al fondo donazioni, che vedranno una prima cifra stanziata subito e una seconda cifra che definiremo nel dettaglio, quando avremo ricevuto un numero sufficiente di perizie da consentirci di capire quante persone hanno realmente subito danni molto ingenti e poter fare dunque una distribuzione equa».

Per ora il governo ha stanziato 2,5 miliardi in tre anni; ma, ha detto il sindaco, «da 2,5 è possibile arrivare gradualmente a 10 miliardi».
Occorrono comunque le perizie per ottenere i contributi.
E proprio sulle perizie si è sviluppato il dibattito, con gli alluvionati che hanno descritto la difficoltà nel trovare periti disponibili e i costi della loro parcella (alcuni avrebbero chiesto il 10% del valore della perizia; dalla platea: «non abbiamo tutti questi soldi»), tanto che hanno proposto che sia il Comune a dar vita a un pool di tecnici.  
Su questo tema, c’è stato l’impegno a intervenire sia del Comune che degli ordini professionali. Questi ultimi, tra l’altro, hanno esaminato a fondo la modulistica e proporranno che sia modificata in alcune parti per renderla più idonea alle diverse situazioni di chi ha perso completamente la casa o l’impresa e chi l’ha avuta “solo” danneggiata.
L’impegno è anche quello di predisporre un elenco di tecnici disponibili a fare le perizie.

L’ultima parte dell’assemblea è stata dedicata alle cause dell’alluvione, con un botta e risposta tra il pubblico e i tecnici del Consorzio di Bonifica su quanto accaduto negli scoli Valtorto, Cupa e nella Canala: dal pubblico «non conoscete il territorio. L’idrovora di via degli Zingari non faceva il suo lavoro»; dal Consorzio di Bonifica «il territorio lo monitoriamo costantemente. Le idrovore erano tutte in funzione».
Infine, i fiumi, il Lamone e il Montone, la manutenzione ma soprattutto come intercettare la mole di acqua prima che tracimi o rompa gli argini, per esempio con bacini di laminazione, «sicuramente con un piano straordinario di opere che garantiscano la sicurezza idraulica» afferma de Pascale.
Infine, tema rifiuti ancora da portare via: dal pubblico «Hera fa ostruzionismo», «la risposta: ce ne occuperemo».

Su tutto una grande paura: che in attesa dei tempi degli interventi, ci si allaghi nuovamente.


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