Cronaca
Nuove speranze contro il Covid grazie allo studio coordinato dal Sant'Orsola
I risultati consentiranno di individuare rapidamente chi è più a rischio, così da mirare le terapie
![Nuove speranze contro il Covid grazie allo studio coordinato dal Sant'Orsola](/file/articoli/th/articoli_1364.jpg)
31 agosto 2020 - Quando il Covid-19 provoca un doppio danno al polmone, rovinando sia gli alveoli che i capillari polmonari, la mortalità dei pazienti in terapia intensiva aumenta sensibilmente. E' il meccanismo scoperto e descritto da uno studio italiano, capofila il Sant'Orsola di Bologna e pubblicato su Lancet Respiratory Medicine il 27 agosto, i cui risultati consentiranno di individuare rapidamente chi è più a rischio, così da mirare le terapie.
Due esami identificano questa condizione la cui diagnosi precoce, assieme al supporto delle massime cure disponibili in terapia intensiva, si stima possa portare a un calo della mortalità fino al 50%.
Lo studio è stato condotto su 301 pazienti del Policlinico Sant'Orsola di Bologna, Policlinico di Modena, Ospedale Maggiore, il Niguarda e l'Istituto Clinico Humanitas di Milano, l'Ospedale San Gerardo di Monza e il Policlinico Gemelli di Roma. E' stato coordinato dal professor Marco Ranieri, direttore dell'Anestesia e Terapia Intensiva Polivalente del Policlinico S. Orsola, con il coinvolgimento del professor Franco Locatelli dell'Ospedale Bambino Gesù, presidente del Consiglio Superiore di Sanità e membro del Cts.
“Gli incredibili risvolti che questa scoperta potrebbe avere sono a disposizione di tutta la comunità scientifica internazionale grazie alla pubblicazione su una rivista autorevole come Lancet, ma è importante sottolineare anche il valore simbolico dello studio. L’Emilia-Romagna è questa, e diciamo Emilia-Romagna a pieno titolo perché insieme al Sant’Orsola sono coinvolti anche il Policlinico di Modena e l’Università di Modena e Reggio Emilia: una regione dove non ci si limita all’ordinario, anche quando è straordinario come una pandemia, ma si guarda sempre avanti e ci si pone obiettivi sempre più ambiziosi.
A tutti i medici, ai ricercatori e gli accademici coinvolti - chiudono Bonaccini e Donini - va il nostro grazie e quello dell’intera comunità regionale, per darci una nuova speranza di evitare ulteriori vittime in un momento in cui il virus non è ancora sconfitto e nel quale le regole devono continuare a essere rispettate. E questo è sempre bene ricordarlo”.
© copyright la Cronaca di Ravenna
Due esami identificano questa condizione la cui diagnosi precoce, assieme al supporto delle massime cure disponibili in terapia intensiva, si stima possa portare a un calo della mortalità fino al 50%.
Lo studio è stato condotto su 301 pazienti del Policlinico Sant'Orsola di Bologna, Policlinico di Modena, Ospedale Maggiore, il Niguarda e l'Istituto Clinico Humanitas di Milano, l'Ospedale San Gerardo di Monza e il Policlinico Gemelli di Roma. E' stato coordinato dal professor Marco Ranieri, direttore dell'Anestesia e Terapia Intensiva Polivalente del Policlinico S. Orsola, con il coinvolgimento del professor Franco Locatelli dell'Ospedale Bambino Gesù, presidente del Consiglio Superiore di Sanità e membro del Cts.
“Gli incredibili risvolti che questa scoperta potrebbe avere sono a disposizione di tutta la comunità scientifica internazionale grazie alla pubblicazione su una rivista autorevole come Lancet, ma è importante sottolineare anche il valore simbolico dello studio. L’Emilia-Romagna è questa, e diciamo Emilia-Romagna a pieno titolo perché insieme al Sant’Orsola sono coinvolti anche il Policlinico di Modena e l’Università di Modena e Reggio Emilia: una regione dove non ci si limita all’ordinario, anche quando è straordinario come una pandemia, ma si guarda sempre avanti e ci si pone obiettivi sempre più ambiziosi.
A tutti i medici, ai ricercatori e gli accademici coinvolti - chiudono Bonaccini e Donini - va il nostro grazie e quello dell’intera comunità regionale, per darci una nuova speranza di evitare ulteriori vittime in un momento in cui il virus non è ancora sconfitto e nel quale le regole devono continuare a essere rispettate. E questo è sempre bene ricordarlo”.
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