Cronaca
Le scuole aumentano gli spazi. Martinez: “Iniziati i lavori di edilizia leggera”
Abbattimento di pareti e costruzione di tramezzi per razionalizzare le aule. Gli studenti entreranno e usciranno tutti alla stessa ora. Non sarà necessaria la didattica a distanza
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19 agosto 2020 - Il 14 settembre inizia in Emilia Romagna l’anno scolastico, ma c’è anche una scadenza più ravvicinata ed è quella di martedì 1 settembre: in questo giorno cominceranno i corsi di recupero per gli studenti che hanno maturato il debito e anche quelli per le classi i cui insegnanti non hanno potuto terminare parte del programma causa Covid.
Per razionalizzare le aule, la Provincia, competente per le scuole superiori, ha iniziato i lavori previsti di edilizia leggera legati all’abbattimento di pareti e alla costruzione di tramezzi. “Abbiamo scritto agli Istituti scolastici – afferma Maria Luisa Martinez, che in Provincia ha le deleghe a Pubblica istruzione, edilizia scolastica e patrimonio – comunicando quali delle loro richieste erano finanziabili, e quindi accettabili, e quali non lo erano spiegando il perché. Sarà anche portato il wi fi nelle classi e in alcune scuole saranno rimessi in sesto gli infissi per garantire un efficiente ricambio d’aria, come ad esempio all’Iti e al Ginanni. Inoltre, per evitare assembramenti all’entrata e all’uscita, abbiamo ripristinato gli accessi che non venivano utilizzati. A livello provinciale si tratta di interventi per un totale di oltre 800mila euro che saranno conclusi entro il mese di settembre”.
Non ci saranno, quindi, ingressi scaglionati, i ragazzi usciranno ed entreranno tutti alla stessa ora grazie anche all’uso aggiuntivo delle uscite di emergenza.
Non sarà necessaria la didattica a distanza: se ci saranno uno o due studenti in più per classe, si creerà, sempre negli spazi della scuola, una pluriclasse, e i ragazzi, a rotazione, saranno collegati con il wi fi alla loro aula. A proposito di dispositivi per la connessione a internet, oltre ai 5 milioni di euro messi a disposizione dallo Stato, Martinez sottolinea i 3 milioni e 500mila euro della Regione per sostenere l’acquisto di pc e tablet per gli alunni in difficoltà.
Le scuole di Ravenna quello che potevano fare l’hanno fatto: segnaletica interna, posizione dei banchi segnata a terra, igienizzanti in ogni aula, informazioni sull’uso della mascherina che gli studenti devono mettere quando sono in movimento mentre possono toglierla quando sono seduti al banco.
La questione banchi è in ritardo, per quelli ministeriali con le rotelle si ipotizza la consegna a ottobre, ma le scuole ravennati si sono nel frattempo organizzate anche diversamente: a quelli standard che misurano 50x70 ne sono stati aggiunti altri 50x60 da utilizzare in alcune aule più piccole per riuscire a garantire le vie di uscita di sicurezza. Perché quello delle vie di fuga è un problema che si somma a quelli della distanza di un metro tra un banco e l’altro e di due metri tra l’insegnante e la prima fila di banchi.
Ogni scuola aveva già un medico competente, che si occuperà anche di Covid, e ha organizzato uno spazio per i sintomatici. In questi giorni a Roma il Comitato tecnico scientifico sta discutendo alcune ipotesi: lo studente che accuserà sintomi da Coronavirus dovrà tornare a casa; se risulterà positivo, docenti e classe saranno in quarantena per 14 giorni con didattica a distanza; l'Istituto chiude solo in caso di cluster esteso.
E', invece, ancora aperto e in forte ritardo il fronte del personale in aggiunta, docenti e Ata.
C’è un’altra questione sulla quale si discute ed è quella della perdita di apprendimento e del futuro che avrà questa generazione di studenti. Le prove Invalsi della primavera di quest’anno non si sono tenute e quindi un dato certo si avrà solo nel 2021. In alcuni Paesi esteri si rileva una perdita di un terzo nella lettura e di un cinquanta per cento in matematica. Il problema sarà minore per gli Istituti superiori dove la didattica a distanza si è tenuta regolarmente, e non sono la totalità. Un calo sarà, quindi, verosimile perché è una metodologia poco adatta in generale per tutti, ma in particolare per le scuole elementari e medie inferiori.
© copyright la Cronaca di Ravenna
Per razionalizzare le aule, la Provincia, competente per le scuole superiori, ha iniziato i lavori previsti di edilizia leggera legati all’abbattimento di pareti e alla costruzione di tramezzi. “Abbiamo scritto agli Istituti scolastici – afferma Maria Luisa Martinez, che in Provincia ha le deleghe a Pubblica istruzione, edilizia scolastica e patrimonio – comunicando quali delle loro richieste erano finanziabili, e quindi accettabili, e quali non lo erano spiegando il perché. Sarà anche portato il wi fi nelle classi e in alcune scuole saranno rimessi in sesto gli infissi per garantire un efficiente ricambio d’aria, come ad esempio all’Iti e al Ginanni. Inoltre, per evitare assembramenti all’entrata e all’uscita, abbiamo ripristinato gli accessi che non venivano utilizzati. A livello provinciale si tratta di interventi per un totale di oltre 800mila euro che saranno conclusi entro il mese di settembre”.
Non ci saranno, quindi, ingressi scaglionati, i ragazzi usciranno ed entreranno tutti alla stessa ora grazie anche all’uso aggiuntivo delle uscite di emergenza.
Non sarà necessaria la didattica a distanza: se ci saranno uno o due studenti in più per classe, si creerà, sempre negli spazi della scuola, una pluriclasse, e i ragazzi, a rotazione, saranno collegati con il wi fi alla loro aula. A proposito di dispositivi per la connessione a internet, oltre ai 5 milioni di euro messi a disposizione dallo Stato, Martinez sottolinea i 3 milioni e 500mila euro della Regione per sostenere l’acquisto di pc e tablet per gli alunni in difficoltà.
Le scuole di Ravenna quello che potevano fare l’hanno fatto: segnaletica interna, posizione dei banchi segnata a terra, igienizzanti in ogni aula, informazioni sull’uso della mascherina che gli studenti devono mettere quando sono in movimento mentre possono toglierla quando sono seduti al banco.
La questione banchi è in ritardo, per quelli ministeriali con le rotelle si ipotizza la consegna a ottobre, ma le scuole ravennati si sono nel frattempo organizzate anche diversamente: a quelli standard che misurano 50x70 ne sono stati aggiunti altri 50x60 da utilizzare in alcune aule più piccole per riuscire a garantire le vie di uscita di sicurezza. Perché quello delle vie di fuga è un problema che si somma a quelli della distanza di un metro tra un banco e l’altro e di due metri tra l’insegnante e la prima fila di banchi.
Ogni scuola aveva già un medico competente, che si occuperà anche di Covid, e ha organizzato uno spazio per i sintomatici. In questi giorni a Roma il Comitato tecnico scientifico sta discutendo alcune ipotesi: lo studente che accuserà sintomi da Coronavirus dovrà tornare a casa; se risulterà positivo, docenti e classe saranno in quarantena per 14 giorni con didattica a distanza; l'Istituto chiude solo in caso di cluster esteso.
E', invece, ancora aperto e in forte ritardo il fronte del personale in aggiunta, docenti e Ata.
C’è un’altra questione sulla quale si discute ed è quella della perdita di apprendimento e del futuro che avrà questa generazione di studenti. Le prove Invalsi della primavera di quest’anno non si sono tenute e quindi un dato certo si avrà solo nel 2021. In alcuni Paesi esteri si rileva una perdita di un terzo nella lettura e di un cinquanta per cento in matematica. Il problema sarà minore per gli Istituti superiori dove la didattica a distanza si è tenuta regolarmente, e non sono la totalità. Un calo sarà, quindi, verosimile perché è una metodologia poco adatta in generale per tutti, ma in particolare per le scuole elementari e medie inferiori.
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