Cultura
Ripartenza e nuova casa a Ravenna per i giovani musicisti europei dell'Eubo INTERVISTA
Lunedì 28 al Teatro Alighieri il primo concerto della European Union Baroque Orchestra dopo la chiusura causata dalla Brexit e dalla pandemia. Ne parla Romano Valentini dell’Associazione Mariani

Dopo anni di blocco dell'attività, ora la Eubo si è rimessa in moto a Ravenna. La nostra città si avvia infatti a diventare una delle poche case dell'Orchestra, la cui presenza ha già avuto in questi primi giorni un riflesso sulla vita cittadina.
Venerdì 25 i giovani musicisti, in prova con Alfredo Bernardini che al Teatro Alighieri li dirigerà in musiche di Bach, Corelli, Händel e Zelenka, hanno incontrato numerosi allievi delle scuole primaria e secondaria dell’Istituto San Vincenzo de’ Paoli. Tra le spiegazioni di Bernardini e le risposte dei musicisti alle domande dei bambini, si è sviluppata una lezione di musica di non comune sostanza.
Ravenna, che già può contare sulla presenza stabile dell’Orchestra Cherubini, si avvia così a diventare un luogo privilegiato per le compagini giovanili: un primato che in Italia non ha confronti.
Sulla ripresa della Eubo e sulla residenza ravennate abbiamo rivolto qualche domanda a Romano Valentini, direttore artistico dell’Associazione Musicale Angelo Mariani.
Come è nata questa iniziativa?
È nata come effetto di due grandi cause, la Brexit e la pandemia. La Eubo, che aveva sede a Londra, ha cessato la sua attività ed è dovuta anche uscire dall'inghilterra: ora prende casa in Italia grazie al nuovo gestore, la Fondazione Icons, fondata e presieduta dall’ingegnere e musicista Mario Martinoli.
Martinoli mi ha interpellato e insieme a lui ho ideato il progetto che si sta concretizzando grazie a Icons e all'Associazione Angelo Mariani: quello di considerare Ravenna come una delle residenze artistiche dell’Orchestra. È il caso di ricordare che la Eubo ha alle spalle una storia molto importante ed è realmente una compagine della comunità europea: nelle sue file annovera giovani dai venti ai venticinque anni di diverse nazionalità.
Ho proposto di realizzare qui la prima residenza e il primo concerto del nuovo corso, ritenendo che potesse anche diventare un'importantissima occasione per la città l’aprirsi a un avvenimento, la ripresa dell’attività dell’Eubo, che già dal momento in cui è stato annunciato ha suscitato molto interesse in tante parti d'Europa.
Com’è impostato il rapporto con Ravenna?
La Eubo si muove con la formula delle residenze, cioè svolge nello stesso luogo dove farà il concerto tutta la sessione delle prove; entra così in contatto con il luogo in maniera molto diversa, molto più approfondita, rispetto a una normale attività artistica.
Per la città questo progetto può significare tanto e abbiamo già avuto una bella risposta da istituzioni diverse, a cominciare dall'Amministrazione comunale e dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Ravenna, ora anche dall’Università e da altri interlocutori che hanno colto le potenzialità del progetto.
Le prime impressioni su questi primi giorni di Eubo in città?
La partenza è molto buona; certo, ci sono tante cose ancora da costruire e tra quelle che, ne sono convinto, potrebbero dare più slancio a questa presenza ci sarebbe quello che si chiama l'albergo diffuso, cioè offrire ospitalità, attraverso famiglie che diano la loro disponibilità, a questi musicisti; creare quindi le condizioni per cui possano vivere nelle nostre case, incontrare i nostri giovani.
Così si diffonderebbe in maniera più capillare questa esperienza, aumentando la consapevolezza che si sta facendo non solo un'opera di diffusione della musica, ma anche di inclusione, di amicizia, di fratellanza.
Patrizia Luppi
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