Cronaca
'Ndrangheta comprava bar e aziende edili ravennati per riciclare denaro
Vasta indagine della Guardia di finanza. Sequestrati beni per 27 milioni
26 ottobre 2022 - Investimenti illeciti della 'Ndrangheta in provincia di Ravenna e Forlì-Cesena. Bar, ristoranti, società del settore edile sarebbero passate di mano illecitamente nel periodo del Covid.
La Guardia di Finanza di Bologna - come riferisce l'Ansa - ha eseguito 23 misure cautelari e sequestrato un patrimonio di 27 milioni di euro nei confronti di persone ritenute vicine alla 'Ndrangheta (cosche dei Piromalli di Gioia Tauro e dei Mancuso di Limbadi), indagate a vario titolo per associazione a delinquere, bancarotta fraudolenta, estorsioni, violenza e minacce.
Tutto ruota attorno a una serie di investimenti illeciti, molti in piena pandemia, soprattutto fra Ravenna e Forlì-Cesena, che hanno riguardato negozi, bar e società, nel campo dell'edilizia, della ristorazione e dell'industria dolciaria.
L'indagine è scattata grazie alla segnalazione del sindaco di Cesenatico, accortosi di investimenti anomali.
La Guardia di finanza ha ricostruito un giro di aperture e chiusure di società che, formalmente intestate a prestanome, venivano utilizzate come mezzo per riciclare il denaro che arrivava dalla Calabria.
© copyright la Cronaca di Ravenna
La Guardia di Finanza di Bologna - come riferisce l'Ansa - ha eseguito 23 misure cautelari e sequestrato un patrimonio di 27 milioni di euro nei confronti di persone ritenute vicine alla 'Ndrangheta (cosche dei Piromalli di Gioia Tauro e dei Mancuso di Limbadi), indagate a vario titolo per associazione a delinquere, bancarotta fraudolenta, estorsioni, violenza e minacce.
Tutto ruota attorno a una serie di investimenti illeciti, molti in piena pandemia, soprattutto fra Ravenna e Forlì-Cesena, che hanno riguardato negozi, bar e società, nel campo dell'edilizia, della ristorazione e dell'industria dolciaria.
L'indagine è scattata grazie alla segnalazione del sindaco di Cesenatico, accortosi di investimenti anomali.
La Guardia di finanza ha ricostruito un giro di aperture e chiusure di società che, formalmente intestate a prestanome, venivano utilizzate come mezzo per riciclare il denaro che arrivava dalla Calabria.
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