Contro il caro-energia l'industria aumenta i prezzi e riduce il riscaldamento | la CRONACA di RAVENNA

Contro il caro-energia l'industria aumenta i prezzi e riduce il riscaldamento

Indagine di Confindustria Romagna. Diverse aziende stanno anche riducendo orari e turni di lavoro

17 ottobre 2022 - Il prezzo del gas in Europa è ai massimi storici: la quotazione si è impennata in estate, arrivando a 236 euro per mwh in media in agosto (picco storico giornaliero a 330), da 171 a luglio e poco meno di 100 in media nei primi sei mesi. A fine 2019, il prezzo del gas era di appena 13 euro. L’offerta russa di gas ai paesi dell’Europa occidentale è stata più volte ridotta di recente, in misura parziale ma marcata. Perciò, i mercati ora scontano nei prezzi correnti una potenziale scarsità di volumi.

Partendo da questi dati, il Centro studi di Confindustria Romagna ha condotto nei giorni scorsi un’indagine tra gli associati delle tre province. Ne è emerso che due aziende su tre rivedranno il listino prezzi e abbasseranno il riscaldamento sui luoghi di lavoro: sono le principali azioni che le imprese romagnole stanno mettendo in campo per fronteggiare il caro energia. 

Al sondaggio hanno risposto un centinaio di attività di ogni settore e dimensione, che nel terzo trimestre del 2022 rispetto al medesimo periodo del 2021 hanno subito in media un rincaro dei costi energetici del +185% e delle materie prime del +44%.

A fronte di ciò, il 69% delle aziende ha affermato che aggiornerà il proprio listino prezzi, il 52% che interverrà sull’efficientamento energetico e il 14% che rafforzerà i rapporti tra le filiere (possibili risposte multiple, ndr). Per quanto riguarda invece l’organizzazione interna del lavoro, il 63% delle imprese dichiara di aver ridotto o prevede di ridurre la temperatura in uffici e stabilimenti.

Diverse aziende stanno inoltre rivedendo gli orari (10%) e i turni (11%). A questo proposito anche il ricorso allo smart working, già testato durante la pandemia, viene ritenuto uno strumento valido (17%) insieme al monitoraggio degli sprechi (17%).

“Nelle risposte intravediamo, nonostante tutto, una nota positiva che prescinde dal contesto internazionale: fiducia nei collaboratori, rapporti consolidati con i clienti e i fornitori, ricerca e sviluppo di nuovi prodotti. - spiega il presidente Roberto Bozzi - Tutti elementi che fanno sì che le aziende non attendano solo interventi di aiuto esterno ma attingano a forze interne: quella che oggi chiamiamo resilienza. Investimenti, innovazione e ricerca di personale qualificato rimangono parole chiave per i nostri imprenditori nonostante il momento complicato”.

Le imprese romagnole si mostrano infatti piuttosto resilienti, con l’82% dei rispondenti che dichiara di mantenere i propri programmi di investimento, una piccola parte modificherà i piani iniziali a favore di investimenti sull’autonomia energetica e le fonti rinnovabili, e solo il 5% non intende effettuare alcun investimento. Nelle aspettative per i prossimi mesi, il traino dell’attività è collegato alla creazione di reti di impresa, a regole di sistema che possano stabilizzare il mercato di energia e gas, al mantenimento della qualità dei prodotti e miglioramento dei tempi di consegna e alla tenuta della filiera di fornitura.


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