Scuola. Gli effetti del caro-bollette, da 900mila a 1,5/2 milioni di euro. Martinez: «Con la speranza che sia sufficiente» | la CRONACA di RAVENNA

Scuola. Gli effetti del caro-bollette, da 900mila a 1,5/2 milioni di euro. Martinez: «Con la speranza che sia sufficiente»

La Provincia chiederà di accorpare le attività pomeridiane in un arco temporale più ristretto senza tagliarle e di riunirle in un’unica o al massimo due sedi per non dover riscaldare inutilmente tutti i locali

06 ottobre 2022 - La Provincia di Ravenna sta cercando soluzioni per razionalizzare le risorse e far fronte al ‘caro bollette’, dovuto agli alti costi di gas, energia elettrica e acqua. «Ancora non ci sono veri e propri provvedimenti per il risparmio energetico ma la necessità sì – spiega Maria Luisa Martinez, consigliere provinciale con deleghe a Istruzione, Edilizia scolastica e Patrimonio –. L’anno scorso, per stare al passo con i pagamenti più alti rispetto al 2020 e al 2019, abbiamo dovuto fare due o tre variazioni di bilancio per trovare nuovi fondi. Nel complesso, per le scuole superiori di secondo grado, la Provincia stanziava circa 900 mila euro. Quest’anno la cifra stanziata è di circa 1,5-2 milioni di euro, con la speranza che sia sufficiente».

Il ‘caro bollette’ non ha messo in difficoltà solo le famiglie e le aziende, ma anche le scuole dove però non è pensabile ‘tagliare’ più di tanto, soprattutto considerando quanto siano state penalizzate durante la pandemia. Si tratta più che altro di un ‘contenimento’. Al momento, l’unica cosa certa è che i caloriferi non potranno andare sopra i 19 gradi, come già fissato nel luglio scorso con decreto governativo.

«Dato che adesso costa tutto di più come ormai è noto – aggiunge Martinez –, stiamo cercando di organizzare nei prossimi giorni una conferenza con i dirigenti scolastici delle scuole di secondo grado per sensibilizzarli sul problema.

Due, in sintesi, sono le nostre proposte che incideranno principalmente sulle cosiddette ‘attività extrascolastiche’ del pomeriggio visto che su quelle ordinarie mattutine non si può fare nulla.

La prima consiste nella richiesta di ridurre i pomeriggi di attività che solitamente sarebbero quattro. Non si tratta beninteso di tagliare le attività, solo di accorparle in un arco temporale più ristretto. Chiederemo inoltre alle tante scuole con due o tre sedi di riunire le attività in un’unica o al massimo due sedi, in modo da non doverle riscaldare inutilmente tutte».

Martinez ricorda che, nell’ottica di razionalizzazione delle risorse, già sette anni fa era stata presa un’importante decisione: lasciare la ditta esterna a cui si affidava la fornitura e la gestione per occuparsi direttamente, attraverso un programma interno della Provincia.

Sul fronte dei lavori in corso nelle scuole che in qualche modo porteranno anche una maggiore efficienza dal punto di vista energetico, con pannelli fotovoltaici, cappotto, etc., Martinez ricorda quelli al Morigia di Ravenna dove è in costruzione una nuova palestra e al Compagnoni di Lugo dove si sta eseguendo un ampliamento.

Le disponibilità economiche ora sono tante, se si considerano anche quelle provenienti dalla Regione Emilia-Romagna e dal Pnrr, ma non sufficienti per fare tutto ciò che servirebbe. «Si cerca di intervenire dove è più prioritario – conclude Martinez –. Nel complesso le nostre scuole non sono messe male se paragonate a quelle di altri territori, ma sono pur sempre edifici di 40-50 anni fa che ora richiederebbero una manutenzione interna dell’acqua e degli impianti elettrici. In molti casi poi, ci si trova di fronte a edifici storici dove intervenire richiede molta prudenza».


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