Sopra le righe
Ersilio Tonini. Domani, giovedì 28 luglio, l'anniversario della scomparsa. Preda: «Il suo dialogo con tutti»
Cerimonia venerdì 29 luglio alle 18.30 in Seminario a Ravenna con il senatore Pierferdinando Casini

Il ricordo di Aldo Preda.
«Ersilio Tonini, vescovo, cardinale, cittadino onorario di Ravenna fu l’espressione di una Chiesa della speranza, costruita sui valori “antichi” della sua tradizione famigliare, resi attuali dalla sua parola, nello spirito del Concilio e attraverso i nuovi mezzi di comunicazione.
Quando Vanni Balestrazzi, a nome dell’Associazione dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna, gli consegnò, a sorpresa, la tessera da giornalista si commosse, ma anche in quell’occasione chiarì che la sua presenza nei media, l’invenzione di Ravegnana Radio, di Risveglio duemila, la presidenza del quotidiano Avvenire era per far uscire dal “recinto” la sua Chiesa, perché il Vescovo doveva essere un riferimento non solo per gli uomini e le donne raccolte intorno all’Eucarestia, ma anche per quelli raccolti attorno alle istituzioni e poi aggiungeva anche e soprattutto per quella società degli emarginati e dei tossico che frequentavano piazza S. Francesco. Ecco, il filo del dialogo con tutti, un dialogo che si basava sulle sfide future, nelle quali tutti erano coinvolti, credenti, non credenti, diversamente credenti.
Entrando a Ravenna, da Vescovo, in una situazione difficile, chiarì subito ai ravennati “tutti” di considerarlo “quasi un parente stretto, un fratello da sempre” e quando lasciò il servizio episcopale disse ai ravennati: “permettetemi di continuare ad amarvi”, e visse ancora da Vescovo, poi da Cardinale, tra gli ospiti dell’Opera S. Teresa di Ravenna, insieme all’altro grande prete della carità, che si chiamava don Matteo Solaroli.
Sulla Chiesa della Speranza costruisce le sue meditazioni quando nel 1991 è chiamato a predicare gli esercizi spirituali alla Curia romana e al Papa, al quale aveva regalato una parabola TV perché potesse ascoltare le notizie da tutto il mondo.
Quale Chiesa propose?
Ecco non solo le riflessioni sulla sacra scrittura, sui documenti conciliari, ma anche sulle tredici bare della sciagura nel porto di Ravenna, sugli indios Yanomami del Brasile, che aveva visitato e difeso, su Zaccagnini, un credente prestato alla politica, e poi su Don Minzoni, che chiese nella sua prima Messa “la grazia del martirio” e la ottenne quasi cent’anni fa».
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