A Loreto, serata memorabile delle Vie dell’Amicizia con Riccardo Muti. LE FOTO | la CRONACA di RAVENNA

A Loreto, serata memorabile delle Vie dell’Amicizia con Riccardo Muti. LE FOTO

La benedizione di papa Francesco per il concerto presso il Santuario al quale hanno partecipato l’Orchestra Cherubini, cori e artisti dall’Italia, dall’Ucraina e dalla Francia

15 luglio 2022 - Ieri sera a Loreto, la piazza della Madonna che si estende davanti al Santuario della Santa Casa era gremita di spettatori, millecinquecento persone, per il concerto delle Vie dell’Amicizia del Ravenna Festival diretto da Riccardo Muti. A loro e ai musicisti si è voluto unire in spirito anche Papa Francesco, che ha inviato la benedizione apostolica ai partecipanti, incoraggiandoli “a proseguire l’impegno di riaccendere nei cuori la speranza e favorire percorsi di solidarietà e di concordia mediante il linguaggio universale della musica”.

Mentre una campana scandiva dall’alto l’ora del concerto, le 21.30, con effetto spettacolare si è spalancato il portale di accesso del Santuario, lasciando libera la vista sulla Santa Casa della Vergine. Si tratta delle mura esterne, qui conservate, dell’abitazione di Nazareth che, secondo un’antichissima tradizione confermata da ricerche archeologiche, vide nascere la Madonna. A Maria erano appunto dedicate Le Vie dell’Amicizia di quest’anno, nelle due serate a Lourdes e a Loreto che hanno riunito artisti italiani, ucraini e francesi in un messaggio di fratellanza e di pace attraverso il linguaggio universale della musica.

Lo stesso messaggio risuonava nelle parole che hanno preceduto il concerto, dell’arcivescovo Fabio Dal Cin, prelato di Loreto, dell’ambasciatore d’Ucraina a Roma Yaroslav Melnyk e di Riccardo Muti. L’arcivescovo, che ha portato il messaggio del pontefice, ha tenuto a ringraziare pubblicamente Cristina Muti per averlo convinto a realizzare il progetto delle Vie dell’Amicizia e ha rivolto il pensiero ai profughi, alle persone che soffrono per la violenza e per la guerra, una cinquantina dei quali hanno trovato riparo nella cittadina marchigiana; ha poi espresso una speranza per il futuro: “attendiamo di vedere accedere al Santuario pellegrini russi e ucraini insieme”.

L’ambasciatore, che nel suo commosso intervento ha parlato tra l’altro dello “spirito indomabile del popolo ucraino”, ha consegnato a Riccardo Muti i simboli dell’elezione a membro dell’Accademia Nazionale delle Arti ucraina. Un gesto che “mi onora in maniera particolare”, ha commentato Muti, che ha ricordato poi il concerto di quattro anni fa a Kiev per Le Vie dell’Amicizia e ha citato le parole di sant’Agostino: “Cantare amantis est”. “Cantare, fare musica, è di chi ama. Amore significa armonia, pace, bellezza, valori che questa sera proclamiamo a gran voce” ha concluso, prima di iniziare l’esecuzione.

Sul palco, in una concreta affermazione di unione armoniosa e fattiva, erano schierati l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, i Cori Cherubini e Cremona Antiqua con il loro maestro Antonio Greco e, con Bogdan Plish, il Coro del Teatro dell’Opera Nazionale di Ucraina, i cui artisti si sono già prodotti in più occasioni a Ravenna. Ma qua e là nella piazza e sul sagrato del Santuario sono comparsi via via artisti ucraini, musicisti e danzatori, a interpretare pagine di Hanna Havrylec’ e Myroslav Koryk, mentre Beñat Achiary da una loggia ha intonato un canto tradizionale basco rivolto alla Madonna. Inoltre, il Coro ucraino ha eseguito un canto tradizionale liturgico eucaristico del XIII secolo.

Interventi emozionanti, di alta levatura, che si alternavano a un programma intriso di spiritualità. Al Magnificat di Antonio Vivaldi, con la notevole prova del soprano Arianna Vendittelli e del contralto Margherita Maria Sala, seguiva il Concerto n. 1 per corno e orchestra K 412 di Wolfgang Amadeus Mozart, valente solista Felix Klieser che, nato senza braccia, suona il suo strumento con il piede sinistro: una testimonianza di forza d’animo, di fiducia e di tenacia che trovava risonanza nel clima di tutta la serata. La verità dell’umano si incarnava poi in Giuseppe Verdi, nello Stabat Mater e nel Te Deum dai “Quattro pezzi sacri”, mentre la conclusione arrivava alle più alte vette con il sublime mottetto di Mozart Ave Verum Corpus, eseguito in presenza della statua della Vergine, al quale il Coro Vocincanto, composto di settantacinque bambini in gran parte di tenera età, ha conferito una nota di dolcezza struggente.

Con Riccardo Muti, sensibile e magistrale al massimo grado nel cogliere e restituire i caratteri, gli umori e le emozioni propri alle musiche interpretate, tutti gli esecutori, Orchestra, Cori e solisti, si sono prodotti con straordinaria bravura e partecipazione. Una serata memorabile sotto tutti i punti di vista, di un’intensità e di una potenza espressiva e comunicativa rare, accolta dal pubblico con standing ovation e lunghi applausi.
Chi non ha avuto la fortuna di partecipare potrà assistere al concerto in video, grazie alla registrazione che sarà trasmessa dalla Rai in agosto.

Patrizia Luppi

foto Marco Borelli



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