Politica
Ancisi: "Il mio ricordo di Emilio Ravagli, uomo umile e modesto"
Folla alla cerimonia religiosa nella chiesa di San Biagio
30 giugno 2020 - "Oggi alla camera mortuaria c'era molta gente per il funerale di Emilio Ravagli, campione del volontariato cattolico per quarant'anni, fino all'ultimo giorno. Alla cerimonia religiosa, la chiesa di San Biagio si è gonfiata di commozione e cordoglio" racconta Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna.
Appena mercoledì scorso "lo avevo incrociato proprio qui, nella sua chiesa, per portare l'ultimo omaggio a Gaetano Storace. Ci eravamo detti che a Ravenna il Signore si stava riprendendo uno dopo l'altro i migliori, quelli che amano il prossimo anche più di se stessi. Quanto fosse vero l'ho capito ieri, quando una foto sul giornale, prima ancora di leggerne il nome, mi ha fulminato. Se n'era andato all'improvviso, senza preavviso. Ogni volta, incontrandolo a Messa, mi rispondeva, e si vedeva anche, che stava bene, esclusi solamente i postumi dolorosi di un grave incidente stradale. Era lucidissimo nella memoria, aggiornato sugli eventi, al passo dei tempi.
Già all'epoca della Democrazia Cristiana, quando stava in amicizia e a diretto contatto con leader di partito e ministri, lo animava l'impulso alla solidarietà umana. Con l'umiltà e la modestia sempre indossata era presente ovunque il bisogno chiamasse, ma sempre in seconda linea, disinteressato a cariche e a benefici. Tale è stato anche nella successiva stagione del volontariato sociale, di cui, affiancato sempre dalla moglie Franca, è stato un motore instancabile, sopra ogni distinzione di parte. Indivisibile da Giovanna Baroni, quasi gemelli della bontà d'animo, lui pacato, lei vulcanica, insieme hanno dato vita e sostenuto il Centro Ravennate di Solidarietà (CEIS) voluto dall'amico card. Tonini, partecipato in prima linea alla Consulta del Volontariato, messo mano al Centro di servizio per il Volontariato, inventato il pranzo di solidarietà di Natale, animato la festa annuale del Volontariato.
Giovanna ci ha lasciato a febbraio ancor giovane. Ora sono ancora, e per sempre, fianco a fianco. Ci conforta, nello sgomento, la certezza che ci sorreggono nel tirare avanti senza di loro".
© copyright la Cronaca di Ravenna
Appena mercoledì scorso "lo avevo incrociato proprio qui, nella sua chiesa, per portare l'ultimo omaggio a Gaetano Storace. Ci eravamo detti che a Ravenna il Signore si stava riprendendo uno dopo l'altro i migliori, quelli che amano il prossimo anche più di se stessi. Quanto fosse vero l'ho capito ieri, quando una foto sul giornale, prima ancora di leggerne il nome, mi ha fulminato. Se n'era andato all'improvviso, senza preavviso. Ogni volta, incontrandolo a Messa, mi rispondeva, e si vedeva anche, che stava bene, esclusi solamente i postumi dolorosi di un grave incidente stradale. Era lucidissimo nella memoria, aggiornato sugli eventi, al passo dei tempi.
Già all'epoca della Democrazia Cristiana, quando stava in amicizia e a diretto contatto con leader di partito e ministri, lo animava l'impulso alla solidarietà umana. Con l'umiltà e la modestia sempre indossata era presente ovunque il bisogno chiamasse, ma sempre in seconda linea, disinteressato a cariche e a benefici. Tale è stato anche nella successiva stagione del volontariato sociale, di cui, affiancato sempre dalla moglie Franca, è stato un motore instancabile, sopra ogni distinzione di parte. Indivisibile da Giovanna Baroni, quasi gemelli della bontà d'animo, lui pacato, lei vulcanica, insieme hanno dato vita e sostenuto il Centro Ravennate di Solidarietà (CEIS) voluto dall'amico card. Tonini, partecipato in prima linea alla Consulta del Volontariato, messo mano al Centro di servizio per il Volontariato, inventato il pranzo di solidarietà di Natale, animato la festa annuale del Volontariato.
Giovanna ci ha lasciato a febbraio ancor giovane. Ora sono ancora, e per sempre, fianco a fianco. Ci conforta, nello sgomento, la certezza che ci sorreggono nel tirare avanti senza di loro".
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