Eventi
Un video d'arte su Suor Beatrice, figlia di Dante
Da domenica 19 fino al 21 novembre presso la Sala multimediale dei Chiostri Francescani
17 settembre 2021 - In occasione del settimo centenario della morte di Dante, Il Soroptimist International Club di Ravenna, in compartecipazione con l'Assessorato alla Cultura del Comune di Ravenna, ha voluto dedicare alla memoria di suor Beatrice Alighieri un video d’arte, realizzato da Manuela Vallicelli, che verrà presentato domenica 19 settembre alle 17.30 presso la Sala multimediale dei Chiostri Francescani.
Dante ebbe una figlia, Antonia, della quale restano pochissimi frammentari documenti, ma sappiamo che seguì il padre a Ravenna dove trascorse i suoi giorni: accanto al padre prima, poi monaca, con il nome di Beatrice, nel Convento di Santo Stefano degli Ulivi (ora sede della Polizia Municipale) dove visse sino alla morte.
Restano di Antonia Alighieri, poi suor Beatrice, solo frammenti di testimonianze documentarie, esempio ulteriore della perdita delle memorie femminili. Nel 1350 i Capitani della Compagnia di Orsanmichele di Firenze incaricarono Giovanni Boccaccio di consegnarle, presso il monastero ravennate delle domenicane di Santo Stefano degli Ulivi, dieci fiorini d’oro.
Il documento che tramandava la notizia andò smarrito, ma ne fu ritrovato un altro, questa volta a Ravenna, presso l’Archivio Notarile: attestava la consegna nel 1371, da parte del maestro di retorica Donato Albanzani, per conto di un ignoto amico (forse il Boccaccio), di alcuni ducati d’oro al Monastero, erede della figlia di Dante Alighieri, ormai scomparsa.
Suor Beatrice è dunque realmente esistita ed è vissuta a Ravenna in stato monacale, certamente fra il 1350 e il 1371. Era ella, con ogni probabilità, quella Antonia, unica figlia, forse minore, di Dante e di Gemma Donati, nata fra la fine del Duecento e i primi anni del Trecento, attestata in un documento dell’Archivio Notarile fiorentino, relativo alla vendita di alcuni terreni, nell’anno 1332.
Antonia, che seguì il padre a Ravenna come i fratelli Jacopo e Pietro, qui prese i voti con il nome di Beatrice, creatura poetica centrale e figura salvifica nel poema dantesco.
Il monastero che la ospitò, oggi quasi completamente distrutto, resta testimoniato soltanto da pochi lacerti murari e da un vetusto capitello, che qui si conservava.
Suor Beatrice visse dunque all’ombra delle nostre mura ravennati e a Ravenna il suo corpo certamente riposa, probabilmente nella cripta del suo monastero, non distante dal padre Dante.
Il video d’arte, realizzato dalla pittrice e videomaker Manuela Vallicelli e interpretato da Marta Carretta, resterà disponibile per i visitatori a ingresso libero fino al 21 novembre.
© copyright la Cronaca di Ravenna
Dante ebbe una figlia, Antonia, della quale restano pochissimi frammentari documenti, ma sappiamo che seguì il padre a Ravenna dove trascorse i suoi giorni: accanto al padre prima, poi monaca, con il nome di Beatrice, nel Convento di Santo Stefano degli Ulivi (ora sede della Polizia Municipale) dove visse sino alla morte.
Restano di Antonia Alighieri, poi suor Beatrice, solo frammenti di testimonianze documentarie, esempio ulteriore della perdita delle memorie femminili. Nel 1350 i Capitani della Compagnia di Orsanmichele di Firenze incaricarono Giovanni Boccaccio di consegnarle, presso il monastero ravennate delle domenicane di Santo Stefano degli Ulivi, dieci fiorini d’oro.
Il documento che tramandava la notizia andò smarrito, ma ne fu ritrovato un altro, questa volta a Ravenna, presso l’Archivio Notarile: attestava la consegna nel 1371, da parte del maestro di retorica Donato Albanzani, per conto di un ignoto amico (forse il Boccaccio), di alcuni ducati d’oro al Monastero, erede della figlia di Dante Alighieri, ormai scomparsa.
Suor Beatrice è dunque realmente esistita ed è vissuta a Ravenna in stato monacale, certamente fra il 1350 e il 1371. Era ella, con ogni probabilità, quella Antonia, unica figlia, forse minore, di Dante e di Gemma Donati, nata fra la fine del Duecento e i primi anni del Trecento, attestata in un documento dell’Archivio Notarile fiorentino, relativo alla vendita di alcuni terreni, nell’anno 1332.
Antonia, che seguì il padre a Ravenna come i fratelli Jacopo e Pietro, qui prese i voti con il nome di Beatrice, creatura poetica centrale e figura salvifica nel poema dantesco.
Il monastero che la ospitò, oggi quasi completamente distrutto, resta testimoniato soltanto da pochi lacerti murari e da un vetusto capitello, che qui si conservava.
Suor Beatrice visse dunque all’ombra delle nostre mura ravennati e a Ravenna il suo corpo certamente riposa, probabilmente nella cripta del suo monastero, non distante dal padre Dante.
Il video d’arte, realizzato dalla pittrice e videomaker Manuela Vallicelli e interpretato da Marta Carretta, resterà disponibile per i visitatori a ingresso libero fino al 21 novembre.
© copyright la Cronaca di Ravenna