Sopra le righe
Delorenzi (Conad): "I prezzi saranno bloccati per mesi"
Il gestore di due dei cinque supermercati ravennati (quello di viale Galilei e “La Fontana” di via Brunelli): "Cerchiamo di trasmettere serenità e sicurezza, è il nostro modo di contribuire al rilancio del Paese"
22 giugno 2020 - I mesi del lockdown hanno cambiato le abitudini di spesa degli italiani: secondo alcune statistiche, c’è stato un risparmio medio per persona del 16-17%. Con alcune spese quotidiane ovviamente penalizzate: dai carburanti ai ristoranti, tanto per fare gli esempi più eclatanti.
Al contrario, alcune categorie di esercenti hanno continuato a lavorare senza sosta anche durante i mesi più “bui”: fra questi, in primis, i supermercati, caratterizzati da file costanti e modalità d’accesso rigide, ma comunque presi d’assalto di continuo. Ora che la situazione è tornata (quasi) alla normalità, facciamo un punto su quel che è accaduto con una persona che ha vissuto questi mesi in prima linea: Paolo Delorenzi, gestore di due dei cinque Conad ravennati (quello di viale Galilei e “La Fontana” di via Brunelli).
Intanto, lo stato dell’arte. Come vanno le cose oggi?
Abbastanza bene. Nei nostri consumi, cioè nei beni di prima necessità, in effetti non c’è mai stata una vera difficoltà: con i ristoranti chiusi, molti ravennati si sono sbizzarriti nell’arte della cucina, ritrovando magari anche il gusto della famiglia, soprattutto a tavola. Per noi, questo ha coinciso con un momento molto interessante dal punto di vista lavorativo. Dopo la fine del lockdown c’è stato un rallentamento, una corsa meno frenetica: forse prima si era anche esagerato…
In che senso?
Voglio dire che, forse anche per la paura, nelle prime settimane la gente ha spesso fatto grandi scorte di cibo, anche di prodotti non a lunga scadenza, a rischio di creare sprechi. Pasta, zucchero, farina si sono venduti in quantità anche quintuplicata rispetto alla media: in certi casi abbiamo anche fatto fatica anche a rifornirci. I consumatori hanno riscoperto il lievito di birra, il prodotto più ricercato di quei mesi.
Adesso, invece, come si comporta il cliente medio?
In maniera più lineare, con acquisti “normali”. La cosa che noto con maggior piacere è che c’è un buon senso della responsabilità, individuale e collettiva. Restano infatti attive le misure base – il non assembramento, gli ingressi regolati, l’uso della mascherina – e mi pare che il consumatore sia attento a non sgarrare, abbia un’attenzione matura a come si deve comportare. Anche se credo sia passata la fase della paura.
La Conad (che è la maggiore organizzazione italiana di cooperative di consumatori), ma anche le altre catene principali, hanno puntato molto della loro comunicazione sul non alzare i prezzi in questi mesi.
Noi siamo stati maestri in questa fase, lo dico senza spocchia ma come pura constatazione. I prezzi saranno bloccati per mesi, soprattutto sui prodotti a nostro marchio. Stiamo tutti tirando la cinghia, ma è il nostro modo di contribuire al rilancio del Paese, di far sì che non ci sia un aggravio di costi soprattutto su prodotti di prima necessità. Dobbiamo tranquillizzare la clientela, per un fatto sociale, prima di tutto. Noi cerchiamo di trasmettere serenità e sicurezza, e devo dire che l’industria stessa non sta chiedendo nulla di più per il costo dei prodotti.
Quindi tutto va bene. Come vede il futuro?
Quello mi preoccupa di più. Temo quel accadrà dopo l’estate: se ci saranno settori in crisi, lo si vedrà in quei mesi. Se dovesse mancare il flusso di denaro, lo si vedrà in quel momento. Speriamo che non sia così, speriamo che l’estate dia maggior lavoro a tutti, anche se ho un po’ di paura…
© copyright la Cronaca di Ravenna
Al contrario, alcune categorie di esercenti hanno continuato a lavorare senza sosta anche durante i mesi più “bui”: fra questi, in primis, i supermercati, caratterizzati da file costanti e modalità d’accesso rigide, ma comunque presi d’assalto di continuo. Ora che la situazione è tornata (quasi) alla normalità, facciamo un punto su quel che è accaduto con una persona che ha vissuto questi mesi in prima linea: Paolo Delorenzi, gestore di due dei cinque Conad ravennati (quello di viale Galilei e “La Fontana” di via Brunelli).
Intanto, lo stato dell’arte. Come vanno le cose oggi?
Abbastanza bene. Nei nostri consumi, cioè nei beni di prima necessità, in effetti non c’è mai stata una vera difficoltà: con i ristoranti chiusi, molti ravennati si sono sbizzarriti nell’arte della cucina, ritrovando magari anche il gusto della famiglia, soprattutto a tavola. Per noi, questo ha coinciso con un momento molto interessante dal punto di vista lavorativo. Dopo la fine del lockdown c’è stato un rallentamento, una corsa meno frenetica: forse prima si era anche esagerato…
In che senso?
Voglio dire che, forse anche per la paura, nelle prime settimane la gente ha spesso fatto grandi scorte di cibo, anche di prodotti non a lunga scadenza, a rischio di creare sprechi. Pasta, zucchero, farina si sono venduti in quantità anche quintuplicata rispetto alla media: in certi casi abbiamo anche fatto fatica anche a rifornirci. I consumatori hanno riscoperto il lievito di birra, il prodotto più ricercato di quei mesi.
Adesso, invece, come si comporta il cliente medio?
In maniera più lineare, con acquisti “normali”. La cosa che noto con maggior piacere è che c’è un buon senso della responsabilità, individuale e collettiva. Restano infatti attive le misure base – il non assembramento, gli ingressi regolati, l’uso della mascherina – e mi pare che il consumatore sia attento a non sgarrare, abbia un’attenzione matura a come si deve comportare. Anche se credo sia passata la fase della paura.
La Conad (che è la maggiore organizzazione italiana di cooperative di consumatori), ma anche le altre catene principali, hanno puntato molto della loro comunicazione sul non alzare i prezzi in questi mesi.
Noi siamo stati maestri in questa fase, lo dico senza spocchia ma come pura constatazione. I prezzi saranno bloccati per mesi, soprattutto sui prodotti a nostro marchio. Stiamo tutti tirando la cinghia, ma è il nostro modo di contribuire al rilancio del Paese, di far sì che non ci sia un aggravio di costi soprattutto su prodotti di prima necessità. Dobbiamo tranquillizzare la clientela, per un fatto sociale, prima di tutto. Noi cerchiamo di trasmettere serenità e sicurezza, e devo dire che l’industria stessa non sta chiedendo nulla di più per il costo dei prodotti.
Quindi tutto va bene. Come vede il futuro?
Quello mi preoccupa di più. Temo quel accadrà dopo l’estate: se ci saranno settori in crisi, lo si vedrà in quei mesi. Se dovesse mancare il flusso di denaro, lo si vedrà in quel momento. Speriamo che non sia così, speriamo che l’estate dia maggior lavoro a tutti, anche se ho un po’ di paura…
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