Sopra le righe
Riccardo Muti a Marradi: “La cultura per il bene delle prossime generazioni”
La riapertura del Teatro degli Animosi nel borgo appenninico è stata festeggiata con un concerto al quale hanno partecipato numerose autorità
07 giugno 2021 - “È necessario che diamo meno importanza agli eventi che attirano tanto certi media. Siamo arrivati a un bivio e dobbiamo ritornare a un punto superato anni fa, quando è iniziata la rincorsa al grande cantante e alla grande stagione.
Dobbiamo dare invece la maggiore importanza a una cultura e un modo di intendere la società che facciano il bene delle nostre prossime generazioni: così si potrà risalire la china. Dopo tutte le disgrazie che abbiamo avuto, quasi due anni di questa epidemia, è arrivato il momento di pensare che la cultura è cibo spirituale per l’Italia”.
Riccardo Muti, sul palcoscenico del Teatro degli Animosi di Marradi, ieri si è rivolto a un pubblico composto da un centinaio di persone, tra le quali sedevano il ministro della Cultura Dario Franceschini, i sindaci di Firenze e di Ravenna Nardella e de Pascale, gli assessori comunali e regionali e diverse altre autorità civili e militari.
L’inaugurazione del teatro bomboniera del Settecento fresco di restauri è diventata infatti un avvenimento di portata straordinaria, con il concorso della popolazione incuriosita e lieta, per il borgo dell’Appennino tosco-romagnolo immerso in un paesaggio di grande bellezza.
Muti, che era venuto qui tempo fa in visita, ha dichiarato di essersene innamorato e volentieri ha accettato di dirigere il concerto di riapertura, con tanto di taglio del nastro e dono delle chiavi del teatro stesso fattogli dal sindaco Tommaso Triberti. Un’occasione di rilievo speciale, come ha detto ancora il direttore d’orchestra: “Ho sempre sostenuto la necessità che le centinaia di teatri che i nostri antenati ci hanno lasciato nel Seicento, nel Settecento, nell’Ottocento, siano attivi. Molti invece sono chiusi, e questa mancanza di attenzione alla cultura è un segnale di inciviltà. Questo antico teatro deve essere inteso come il centro, il cuore della città e mi raccomando che sia un centro di cultura, che non ci passino solo cose fatue”.
Il taglio del nastro è stato preceduto dall’esecuzione dell’Inno d’Italia da parte della banda di Popolano, località del territorio, con cui Muti si è molto congratulato ricordando di essersi sempre battuto perché le bande, rappresentanti della cultura musicale, siano sostenute.
L’Inno è stato eseguito poi anche in teatro, questa volta con Muti sul podio dell’Orchestra giovanile Luigi Cherubini, in apertura del concerto nel quale si sono susseguiti l’Air dall’Ouverture n. 3 per orchestra di Johann Sebastian Bach (l’“Aria sulla quarta corda” di un famosissimo arrangiamento) e l’Ave Maria dall’Otello di Verdi, intensamente interpretata dal soprano Rosa Feola; l’attrice Elena Bucci ha letto un testo che univa in un inedito collage stralci della Divina commedia e di scritti di Dino Campana, il poeta vissuto tra Otto e Novecento e nativo proprio di Marradi; per finire con una brillante esecuzione del Divertimento per archi n. 1 di Wolfgang Amadeus Mozart.
L’acustica nitida della sala di dimensioni ridotte ha fatto apprezzare pienamente le eccellenti qualità di tutti gli interpreti, tra cui l’Orchestra Cherubini, che Muti ha ringraziato sottolineando: “Questi ragazzi sono bravissimi, il meglio che i Conservatori italiani hanno prodotto, e sono pronti a dare il risultato dei loro studi ed i loro sacrifici per il miglioramento della società, ma sono alla disperata ricerca di un futuro professionale”.
Dopo gli applausi, le autorità sono ripartite con il mezzo che le aveva portate a Marradi: il Treno di Dante, composto di carrozze d’epoca, che farà servizio regolare tra Firenze e Ravenna collegando le due città che più di ogni altra condividono la memoria e l’eredità del Sommo poeta.
Patrizia Luppi
© copyright la Cronaca di Ravenna
Dobbiamo dare invece la maggiore importanza a una cultura e un modo di intendere la società che facciano il bene delle nostre prossime generazioni: così si potrà risalire la china. Dopo tutte le disgrazie che abbiamo avuto, quasi due anni di questa epidemia, è arrivato il momento di pensare che la cultura è cibo spirituale per l’Italia”.
Riccardo Muti, sul palcoscenico del Teatro degli Animosi di Marradi, ieri si è rivolto a un pubblico composto da un centinaio di persone, tra le quali sedevano il ministro della Cultura Dario Franceschini, i sindaci di Firenze e di Ravenna Nardella e de Pascale, gli assessori comunali e regionali e diverse altre autorità civili e militari.
L’inaugurazione del teatro bomboniera del Settecento fresco di restauri è diventata infatti un avvenimento di portata straordinaria, con il concorso della popolazione incuriosita e lieta, per il borgo dell’Appennino tosco-romagnolo immerso in un paesaggio di grande bellezza.
Muti, che era venuto qui tempo fa in visita, ha dichiarato di essersene innamorato e volentieri ha accettato di dirigere il concerto di riapertura, con tanto di taglio del nastro e dono delle chiavi del teatro stesso fattogli dal sindaco Tommaso Triberti. Un’occasione di rilievo speciale, come ha detto ancora il direttore d’orchestra: “Ho sempre sostenuto la necessità che le centinaia di teatri che i nostri antenati ci hanno lasciato nel Seicento, nel Settecento, nell’Ottocento, siano attivi. Molti invece sono chiusi, e questa mancanza di attenzione alla cultura è un segnale di inciviltà. Questo antico teatro deve essere inteso come il centro, il cuore della città e mi raccomando che sia un centro di cultura, che non ci passino solo cose fatue”.
Il taglio del nastro è stato preceduto dall’esecuzione dell’Inno d’Italia da parte della banda di Popolano, località del territorio, con cui Muti si è molto congratulato ricordando di essersi sempre battuto perché le bande, rappresentanti della cultura musicale, siano sostenute.
L’Inno è stato eseguito poi anche in teatro, questa volta con Muti sul podio dell’Orchestra giovanile Luigi Cherubini, in apertura del concerto nel quale si sono susseguiti l’Air dall’Ouverture n. 3 per orchestra di Johann Sebastian Bach (l’“Aria sulla quarta corda” di un famosissimo arrangiamento) e l’Ave Maria dall’Otello di Verdi, intensamente interpretata dal soprano Rosa Feola; l’attrice Elena Bucci ha letto un testo che univa in un inedito collage stralci della Divina commedia e di scritti di Dino Campana, il poeta vissuto tra Otto e Novecento e nativo proprio di Marradi; per finire con una brillante esecuzione del Divertimento per archi n. 1 di Wolfgang Amadeus Mozart.
L’acustica nitida della sala di dimensioni ridotte ha fatto apprezzare pienamente le eccellenti qualità di tutti gli interpreti, tra cui l’Orchestra Cherubini, che Muti ha ringraziato sottolineando: “Questi ragazzi sono bravissimi, il meglio che i Conservatori italiani hanno prodotto, e sono pronti a dare il risultato dei loro studi ed i loro sacrifici per il miglioramento della società, ma sono alla disperata ricerca di un futuro professionale”.
Dopo gli applausi, le autorità sono ripartite con il mezzo che le aveva portate a Marradi: il Treno di Dante, composto di carrozze d’epoca, che farà servizio regolare tra Firenze e Ravenna collegando le due città che più di ogni altra condividono la memoria e l’eredità del Sommo poeta.
Patrizia Luppi
© copyright la Cronaca di Ravenna