Rossi (Adsp): "I documenti escludono che intorno alla Berkan B ci sia inquinamento" | la CRONACA di RAVENNA

Rossi (Adsp): "I documenti escludono che intorno alla Berkan B ci sia inquinamento"

Audizione in commissione consiliare: sarà la Fagioli a rimuovere il relitto entro l'estate

07 maggio 2021 - Sarà l’impresa Fagioli a rimuovere il relitto della Berkan B, collassato nel Canale Piomboni due anni fa. Ne ha parlato il presidente dell’Autorità di sistema portuale, Daniele Rossi, intervenendo oggi alla riunione di due commissioni consiliari dedicate alle condizioni della pialassa Piomboni e alla presenza nell’area di relitti di mercantili. Rossi ha anche specificato che la rimozione avverrà “entro l’estate”.
La Fagioli interviene per conto del Contraente Generale (Consorzio Stabile Grandi Lavori) che sta eseguendo i lavori del progetto 'HUB Portuale di Ravenna' e che, al fine di potere utilizzare la banchina pubblica prospiciente il relitto per le attività logistiche di cantiere del citato progetto, ha manifestato la propria disponibilità a rimuovere il relitto.

Nell'ultimo periodo la società Ambiente ha effettuato 11 prelievi all’interno della panne che circondano il tratto dovesi trova il relitto, e lo spazio subito all’esterno. “Sono state da poco comunicate le prime risultanze - ha detto Rossi - di queste analisi da cui emerge che tutti i valori rilevati sia per le acque che per i sedimenti non evidenziano alcuna contaminazione essendo i valori ampiamente entro i limiti di legge”.
L'Adsp ha contestato punto per punto le critiche di associazioni ambientalisti che parlano di "ritardo nell'intervento dell'Adsp", "fuoriuscita di carburante oltre le panne", moria di pesci e uccelli".
La vicenda è al centro di un processo penale che interessa anche il presidente Rossi.

“E’ necessario anzitutto fare chiarezza su un dato che, troppo spesso anche con finalità evidentemente strumentali, è stato diffuso in modo assolutamente scorretto” ha precisato il presidente. “Nessun inquinamento proveniente dal relitto semi-affondato della “Berkan B” ha mai interessato la zona esterna alle panne antinquinamento posizionate tempestivamente intorno al relitto per impedire eventuali spandimenti.
Chi sostiene il contrario (il rappresentante ravennate dell’Associazione Italia Nostra su tutti) fornisce false informazioni e, laddove lo faccia o lo abbia fatto scientemente, verrà certamente chiamato a rispondere delle proprie azioni di fronte all’Autorità Giudiziaria già interessata con diversi atti di denuncia /querela”.
Il presidente dell'Adsp ha poi illustrato gli esiti delle tante verifiche e analisi svolte da diversi enti dove si conferma che non c'è stata e non c'è fuoriuscita di gasolio dal relitto.

"Il consulente tecnico nominato dal Pubblico Ministero, nella propria relazione depositata il 02.10.2019, addiveniva alle seguenti conclusioni: “…Non vi sono state evidenze di spandimento degli idrocarburi all’esterno delle panne di contenimento né da risultanze delle analisi chimiche, né da fotografie aeree, né da segnalazioni dell’Autorità Marittima antecedenti la Perizia. La doppia fila di panne installate svolge efficace azione di contenimento degli idrocarburi presenti all’interno delle stesse, impedendone lo sversamento nel canale Piombone…”.
Si tratta, com’è evidente, di dati oggettivi raccolti dalla Procura della Repubblica di Ravenna in sede di indagine penale e forniti da analisi chimiche compiute da laboratori specializzati che, certamente, sono più affidabili delle impressioni ricavate dai video amatoriali che ogni tanto si vedono circolare" ha specificato Rossi.

"Ugualmente, il dato è comprovato dalle identiche risultanze delle analisi chimiche effettuate, sempre nell’ambito del procedimento penale sopra citato, dai consulenti tecnici di parte (primari nomi dell’ingegneria ambientale e chimica che operano in Emilia Romagna) i quali, nelle conclusioni della loro relazione affermano: “…è pertanto possibile affermare, senza alcun dubbio, che:
- le sostanze oleose fuoriuscite dal relitto della Berkan B sono efficacemente contenute dalla doppia fila di panne (barriere) galleggianti poste all’intorno del relitto Berkan B, come evidente anche dalle numerose fotografie acquisite dall’alto (droni) che denotano l’assenza costante di iridescenze al di fuori del perimetro esterno di panne galleggianti;
- il Canale Piomboni non è oggetto di alcun pericolo attuale e concreto di inquinamento inteso come compromissione o deterioramento significativi o misurabili a seguito della temporanea contaminazione causata dalle sostanze oleose fuoriuscite dal relitto della Berkan B, che hanno interessato uno specchio di acqua ristretto e contenuto all’interno delle panne e non hanno interessato né stanno interessando le acque del Canale, come ampiamente dimostrato dalle risultanze analitiche dei campioni che mostrano valori di idrocarburi e metalli del tutto simili (ed entro i limiti di legge applicabili) nelle acque e nei sedimenti prelevati nei punti esterni alle panne galleggianti e nei punti rappresentativi del fondo naturale (cosiddetto ‘bianco’)”.

"Ed ancora confermato dalle informative rese dalla Capitaneria di Porto e contenute tra gli atti dell’indagine penale prima citata. In particolare, nel verbale della riunione tenutasi in data 26.06.2019 tra l’Autorità di Sistema Portuale, la Capitaneria di Porto di Ravenna, il Comune di Ravenna e la società concessionaria del servizio di pulizia degli specchi acquei nel Porto di Ravenna, il C.V. (CP) Diego Tomat (tra l’altro ufficiale di Polizia Giudiziaria incaricato delle indagini dalla Procura di Ravenna) affermava: “Segnala che la Capitaneria di Porto sta svolgendo regolarmente n. 03 controlli giornalieri sul posto via mare e che non è mai stata riscontrata la presenza di sostanza oleosa al di fuori della seconda fila di panne galleggianti. Specifica che le sostanze oleose rimangono contenute all’interno della prima fila di panne inizialmente posizionate mentre tra la prima e la seconda fila di panne compaiono unicamente alcune iridescenze….".

"Ancora nell’annotazione di Polizia Giudiziaria redatta il 12.09.2019 dal C.V. (CP) Diego Tomat il quale segnala che “… Per quanto riguarda invece le acque circostanti, nel periodo oggetto della presente annotazione non si sono rilevate fuoriuscite di idrocarburi dall’interno delle barriere galleggianti”.

"Da ultimo - ha illustrato Rossi - nella nota Registro Ufficiale 18411 del 21.07.2020 il C.V. (CP) Giuseppe Sciarrone (Direttore Marittimo Emilia-Romagna) confermava che “… come già osservato in precedenza, pur non avendo espresse competenze al riguardo e nell’ottica di una fattiva collaborazione, le ricognizioni periodiche ad oggi effettuate non sembrano rilevare trafilamenti di sostanze oleose presso il sito in questione”.

"Voglio ribadire: chiunque abbia legittimamente il possesso degli atti del fascicolo delle indagini preliminari relative al procedimento penale che riguarda la questione non può in alcun modo sostenere che vi sia stato inquinamento derivante dalla “Berkan B” che abbia interessato il Canale o la Piallassa. Se lo fa, compie un’azione illecita di cui sarà chiamato a rispondere".

Rossi ha citato documenti ufficiali con il responso di analisi e verifiche fatte nel 2019, 2020 e 2021 dal consulente del pubblico ministero, da Capitaneria di porto e Adsp e in nessun caso si fa riferimento a episodi di inquinamento e di fuoriuscita di carburante oltre le panne di protezione.
L’Adsp ha anche precisato che da giugno riprenderanno i lavori di riqualificazione della pialassa Piomboni, fermati per l’ennesima volta a fine 2019 per il fallimento dell’impresa Piacentini che doveva realizzarli. Per concludere l’intervento serviranno 12 mesi.


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