Politica
"No al Parco del Delta del Po, non ha mai avuto attenzione per il sistema naturalistico ravennate""
Eugenio Fusignani, segretario provinciale del Partito Repubblicano e vicesindaco, sostiene la creazione di un Parco delle Valli e Pinete ravennati e delle Saline di Cervia
05 maggio 2021 - Il Partito Repubblicano torna a ribadire la propria opinione sul Parco del Delta del Po, cogliendo l'occasione della nomina dell'architetto Aida Morelli alla presidenza dell'ente, "che rappresenta un elemento di novità. Infatti, dopo 33 anni dalla sua costituzione, l’ente esprime per la prima volta una presidenza ravennate, fatta esclusione della parentesi del cervese Massimo Medri. Magari anche per questo l’ente non ha mai rivolto particolari attenzioni al sistema naturalistico ravennate che, invece, rappresenta uno dei valori più rilevanti dell’intero Parco".
La posizione del PRI sul Parco è conosciuta dalla proposta che il segretario provinciale del partito, e vicesindaco, Eugenio Fusignani avanzò nel 2010. "Da allora - afferma Fusignani - noi continuiamo a sostenere la creazione di un Parco delle Valli e Pinete ravennati e delle Saline di Cervia che, a costo zero sotto la diretta gestione degli enti ravennati, rappresenti meglio le specificità di delta storico, ne esalti le potenzialità ecologiche e turistiche e ne tuteli gli ambienti.
In questo senso anche in un rapporto di coinvolgimento sempre maggiore con l’associazionismo ambientalista, quello venatorio, anche attraverso l’ATC, e le associazioni agricole e produttive in genere, coinvolte in aspetti di gestione".
Per i Repubblicani è una battaglia che va combattuta non per rivendicazioni di campanile, "ma per il bene di un ambiente che è tutt’uno con la storia della città, del territorio ravennate e delle attività antropiche legate a quegli ambienti pinetali e vallivi, che per secoli hanno rappresentato – e devono continuare a rappresentare - una risorsa per la comunità.
Ambienti che devono continuare a vivere, portando avanti tradizioni che sono cultura, rappresentando un genius loci che non può prescindere anche dalle attività venatorie".
Tuttavia, vanno riconosciuti gli sforzi messi in campo dall’amministrazione con le novità che, dalla questione botulino in Valle Mandriole ad oggi, hanno portato prima, in maniera diretta, all’affidamento al dottor Massimiliano Costa dell’incarico – che andrebbe ulteriormente valorizzato e rafforzato - per la gestione degli ambienti naturali ravennati e poi, in maniera indiretta, alla prima presidenza ravennate del Parco del Delta".
Questi sono elementi che meritano una corretta valutazione, che - sostiene il Pri - "solo la prova sul campo potrà dare. In questo senso l’augurio di buon lavoro alla neo presidente non si limiterà a una semplice formalità, ma vuol innanzitutto un pungolo ulteriore per un incarico delicato, che misureremo strada facendo senza ammainare la bandiera della separazione di ambienti che, al di là dell’immagine coordinata che si sta dando, continuano ad appartenere a storie e rappresentare aspetti ambientali molto diversi e tessuti socioeconomici assolutamente distanti".
© copyright la Cronaca di Ravenna
La posizione del PRI sul Parco è conosciuta dalla proposta che il segretario provinciale del partito, e vicesindaco, Eugenio Fusignani avanzò nel 2010. "Da allora - afferma Fusignani - noi continuiamo a sostenere la creazione di un Parco delle Valli e Pinete ravennati e delle Saline di Cervia che, a costo zero sotto la diretta gestione degli enti ravennati, rappresenti meglio le specificità di delta storico, ne esalti le potenzialità ecologiche e turistiche e ne tuteli gli ambienti.
In questo senso anche in un rapporto di coinvolgimento sempre maggiore con l’associazionismo ambientalista, quello venatorio, anche attraverso l’ATC, e le associazioni agricole e produttive in genere, coinvolte in aspetti di gestione".
Per i Repubblicani è una battaglia che va combattuta non per rivendicazioni di campanile, "ma per il bene di un ambiente che è tutt’uno con la storia della città, del territorio ravennate e delle attività antropiche legate a quegli ambienti pinetali e vallivi, che per secoli hanno rappresentato – e devono continuare a rappresentare - una risorsa per la comunità.
Ambienti che devono continuare a vivere, portando avanti tradizioni che sono cultura, rappresentando un genius loci che non può prescindere anche dalle attività venatorie".
Tuttavia, vanno riconosciuti gli sforzi messi in campo dall’amministrazione con le novità che, dalla questione botulino in Valle Mandriole ad oggi, hanno portato prima, in maniera diretta, all’affidamento al dottor Massimiliano Costa dell’incarico – che andrebbe ulteriormente valorizzato e rafforzato - per la gestione degli ambienti naturali ravennati e poi, in maniera indiretta, alla prima presidenza ravennate del Parco del Delta".
Questi sono elementi che meritano una corretta valutazione, che - sostiene il Pri - "solo la prova sul campo potrà dare. In questo senso l’augurio di buon lavoro alla neo presidente non si limiterà a una semplice formalità, ma vuol innanzitutto un pungolo ulteriore per un incarico delicato, che misureremo strada facendo senza ammainare la bandiera della separazione di ambienti che, al di là dell’immagine coordinata che si sta dando, continuano ad appartenere a storie e rappresentare aspetti ambientali molto diversi e tessuti socioeconomici assolutamente distanti".
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