Safe-sport. Le nuove regole del gioco per centri estivi | la CRONACA di RAVENNA

Safe-sport. Le nuove regole del gioco per centri estivi

Il programma del Centro Sportivo Italiano. Il futuro? Il presidente Bondi: "Il problema vero è quante società sportive perderemo: non solo come CSI ma come mondo sportivo in generale

11 giugno 2020 - Partiranno lunedì prossimo i centri estivi del CSI, Centro Sportivo Italiano, sodalizio di matrice cattolica che nella sua attività “abituale” – tornei sportivi di varie discipline, attività individuali e via dicendo - a Ravenna vanta quasi ventimila tesserati.
I corsi estivi per ragazzini dai 5 ai 13 anni sono una di queste attività abituali, presente estate dopo estate: ma le regole imposte dalla pandemia hanno inevitabilmente modificato il camp 2020, sulla base di un progetto nazionale del CSI che si chiama, non a caso, “Safe sport”. Ce ne parla il presidente provinciale dell’associazione, Alessandro Bondi.


Quali sono le novità dei vostri centri estivi di quest’anno rispetto a quelli abituali del passato?
La prima, appunto, è che si baseranno su questo progetto di carattere nazionale. Un insieme di proposte sportive, formative e di prevenzione, legate alla ripresa del mondo sportivo e riformulate in ottica di distanziamento fisico.
La seconda è che, purtroppo, non li potremo fare al mare come al solito: bensì alla scuola Camerani di Ravenna, grazie anche al supporto del Comune nell’ambito del progetto “Oasi 31”, legato al mondo dei centri estivi.
Come sarà la “settimana tipo” per i ragazzini? E quanti ve ne aspettate?
Si tratta di attività divise per settimane - dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 17 – che iniziano lunedì 15 e proseguono fino a fine agosto. Ci si può iscrivere per quante settimane si vuole. Per questioni di sicurezza e di miglior gestione, partiamo con 42 ospiti alla settimana: in realtà il limite massimo è 70, vedremo nelle prossime settimane se aggiungere ragazzini in base alle richieste. Ma stiamo molto attenti a far sì che tutto sia a posto a livello normativo.

Quali sono le problematiche principali?
Dobbiamo stare attenti sia alle norme relative ai centri estivi, che a quelle riguardanti l’attività sportiva: ricordandoci anche che i ragazzi che partecipano, negli ultimi tre mesi sono rimasti fermi a casa, quindi avranno una comprensibile voglia di muoversi. Al momento, saremo costretti a far svolgere loro attività motoria individuale, che è quella che si può fare a distanza: coinvolgeremo istruttrici di ginnastica artistica, specialisti di progetti di psicomotricità. La qualità e la professionalità del nostro staff è la base delle nostre proposte, quest’anno più che mai: deve servire a far star bene i ragazzi e sicure le famiglie.

Che tipo di professionalità coinvolgete?

Lo staff di responsabili è composto da due educatrici professionali e un insegnante di scienze motorie. Poi abbiamo due coordinatori con grande esperienza: li conosciamo da anni, vengono dal mondo delle parrocchie, sono abituati a lavorare con i bambini ma hanno anche fatto percorsi personali di formazione. Insomma, un mix di know how fra mondo sportivo e quello educativo. A loro, poi, si aggiungono decine di ragazzi come collaboratori. E c’è uno specifico corso di formazione legato ad attività sportiva e psicologica, che dura dieci ore, tenuto dalla presidenza nazionale di Csi, che stiamo facendo frequentare a tutti i nostri operatori.

Il CSI ha una chiara matrice cattolica. Quanto deriva, nei camp estivi, dalle esperienze degli oratori?
Il nostro concetto educativo si basa molto su quel che succede negli oratori, per noi è il luogo privilegiato per l’educazione dei ragazzi: anche a Ravenna, gli oratori sono luoghi vivi, in cui vengono offerte esperienze diverse a seconda di spazi e professionalità, e c’è una rete importante di sostegno. Anche durante il Covid c’è stata una costante e intensa attività di coordinamento fra i centri parrocchiali, e il CSI ha fatto da consulente su una serie di cose, come percorsi sulle norme di igiene e prevenzione.

Un’ultima domanda sul proseguimento delle “normali” attività sportive dopo l’estate. Avete campionati di calcio, volley, basket, dodgeball e così via: come sarà la ripartenza?
Purtroppo le idee non sono ancora chiare, ci rifacciamo alle comunicazioni di Spadafora, che dice che allargherà le maglie. Il problema vero è quante società sportive perderemo: non solo come CSI (oggi ne abbiamo 117 fra le varie discipline) ma come mondo sportivo in generale. Diverse, purtroppo, ci stanno già dicendo che non ripartiranno, temo che nulla sarà più come prima…


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