Cultura
Porta di Tol-e Ajori, anche studenti universitari ravennati nella missione archeologica
La soddisfazione della Fondazione Flaminia per i ragazzi che hanno partecipato allo scavo che ha riportato alla luce una delle più importanti scoperte degli ultimi decenni
06 aprile 2021 - Il team che ha portato alla scoperta della Porta di Tol-e Ajori, vicino a Persepoli, in Iran, è stato guidato, per la parte italiana, dal prof. Pierfrancesco Callieri del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna che ha sede a Ravenna, e dall’ISMEO, Associazione Internazionale di Studi sul Mediterraneo e l’Oriente, e, per la parte iraniana, dal prof. Alireza Askari Chaverdi, dell’Università di Shiraz.
Gli scavi della missione archeologica congiunta italo-iraniana, partiti nel 2011, hanno riportato alla luce un monumento, che rappresenta una delle più importanti scoperte archeologiche degli ultimi decenni.
Si tratta della copia della famosa Porta di Ishtar di Babilonia, fatta probabilmente realizzare dall’imperatore persiano Ciro il Grande, o dal figlio Cambise, e rappresenta un risultato eccezionale per l’Università di Bologna presente a Ravenna.
Callieri spiega che: “Il monumento diventerà la prima tappa per i visitatori che si recano in Iran e andrà ad arricchire lo straordinario patrimonio artistico dell’antica Persepoli. Rimarrà per sempre testimonianza della partecipazione italiana a Persepoli, il più importante sito archeologico in Iran”.
Grazie al sostegno di Fondazione Flaminia, le campagne di scavo, dieci complessivamente dal 2011 a oggi, hanno visto il coinvolgimento operativo sul posto di numerosi studenti dei corsi di laurea ravennati del Dipartimento dei Beni Culturali: “Siamo orgogliosi – spiega Fondazione Flaminia – di aver contribuito a supportare la missione, consentendo in questi anni la partecipazione di tanti studenti a una esperienza scientifica così prestigiosa, una occasione unica per arricchire il loro percorso formativo, che li renderà professionisti ancora più capaci”.
© copyright la Cronaca di Ravenna
Gli scavi della missione archeologica congiunta italo-iraniana, partiti nel 2011, hanno riportato alla luce un monumento, che rappresenta una delle più importanti scoperte archeologiche degli ultimi decenni.
Si tratta della copia della famosa Porta di Ishtar di Babilonia, fatta probabilmente realizzare dall’imperatore persiano Ciro il Grande, o dal figlio Cambise, e rappresenta un risultato eccezionale per l’Università di Bologna presente a Ravenna.
Callieri spiega che: “Il monumento diventerà la prima tappa per i visitatori che si recano in Iran e andrà ad arricchire lo straordinario patrimonio artistico dell’antica Persepoli. Rimarrà per sempre testimonianza della partecipazione italiana a Persepoli, il più importante sito archeologico in Iran”.
Grazie al sostegno di Fondazione Flaminia, le campagne di scavo, dieci complessivamente dal 2011 a oggi, hanno visto il coinvolgimento operativo sul posto di numerosi studenti dei corsi di laurea ravennati del Dipartimento dei Beni Culturali: “Siamo orgogliosi – spiega Fondazione Flaminia – di aver contribuito a supportare la missione, consentendo in questi anni la partecipazione di tanti studenti a una esperienza scientifica così prestigiosa, una occasione unica per arricchire il loro percorso formativo, che li renderà professionisti ancora più capaci”.
© copyright la Cronaca di Ravenna