"Olindo Guerrini poeta, erudito, uomo di cultura e personaggio poliedrico" | la CRONACA di RAVENNA

"Olindo Guerrini poeta, erudito, uomo di cultura e personaggio poliedrico"

Intervista a Giuseppe Bellosi, che parla dell'edizione critica dei "Sonetti Romagnoli" curata da Renzo Cremante e della mostra al Private Banking di piazza del Popolo

09 marzo 2021 - E’ aperta fino al 16 marzo, nelle vetrine del “Private Banking” della Cassa di Risparmio di Ravenna in piazza del Popolo 30, la mostra “Olindo Guerrini, Sonetti Romagnoli”, esposizione di antiche e nuove edizioni di libri su Olindo Guerrini e di poster che riproducono immagini storiche e didascalie di presentazione, a cura dell’Associazione Amici di Olindo Guerrini – Sant’Alberto.
La mostra è dedicata in particolare alla nuova edizione critica dei “Sonetti Romagnoli”, curata e commentata dal prof. Renzo Cremante, edita da Longo Editore e uscita nei giorni scorsi. La vendita dei libri, appena avviata dall’Associazione Culturale Olindo Guerrini, ha già suscitato grande attenzione (in pochi giorni, sono già state vendute un centinaio di copie): è possibile prenotarle a un prezzo di favore compilando la scheda che si trova sul sito amicidiolindoguerrini.it.
Uno dei principali artefici dell’opera è stato lo studioso ravennate Giuseppe Bellosi, grande storico della lingua, che ha collaborato a diverso titolo con Cremante per arrivare a questa edizione “definitiva”.


Ci sono voluti anni, ma alla fine i Sonetti hanno una veste davvero importante…

Sì, il lavoro è stato lungo e impegnativo, perché il professor Cremante – docente di Letteratura Italiana prima all’Università di Bologna poi a quella di Pavia – ha commentato tutti i sonetti verso per verso, parola per parola. Prima esisteva soltanto la ristampa, edita da Zanichelli, dell’edizione del 1920, quella postuma che pubblicò il figlio di Olindo, Guido. Un libretto che molti romagnoli hanno in casa.

Già, quello era un libretto. Questo è un vero tomo!
Questo è un volume di oltre 850 pagine, frutto di un lavoro estremamente attento, preciso, documentato. Il commento cerca le fonti di Guerrini, che fu personaggio coltissimo: se anche in parte i sonetti sembrano scritti per questioni occasionali, sono invece pieni di riferimenti culturali che Cremante è riuscito a scovare e a farci conoscere. Ne emerge un ritratto di Guerrini non come poeta ridanciano e conviviale, ma come poeta a tutto tondo, pieno di riferimenti culturali. Ma non è il caso di farsi spaventare dalla mole del libro: è un testo rigoroso ma non accademico, ed è adatto non solo ai professori universitari, ma a tutti. Una sorta di “guida” alla lettura dei sonetti,

Come potrà reagire chi già conosce Guerrini?
Il lettore romagnolo medio si potrà arricchire davvero. Ogni sonetto è affrontato per conto suo, di ognuno c’è un cappello introduttivo, che spiega l’occasione in cui è stato composto, i luoghi citati… Insomma, tutti i sonetti vengono contestualizzati. Ed è un’operazione utilissima: perché molti dei sonetti vennero composti per occasioni particolari, che oggi a noi sfuggono, visto che è passato più di un secolo (alcuni addirittura sono di 150 anni fa).

Ci sono anche testi inediti?
Il libro riprende intanto tutti i testi che furono pubblicati nella prima edizione; ma Cremante ha rintracciato quasi tutti i manoscritti originali (la maggioranza sono alla biblioteca Oriani) e li ha trascritti partendo da questi. La ricerca ha fornito anche testi inediti, o pubblicati originariamente in riviste ma non contenuti nell’edizione del 1920. Quindi quest’opera contiene testi in più, e anche parti di sonetti poi non completati, prove poetiche che non hanno avuto esito nel sonetto completo.

Hai detto che può essere vista anche come una sorta di guida. Può diventarlo anche a livello “turistico”, per riscoprire a Ravenna Itinerari “guerriniani”?
In effetti sì, di Ravenna nei Sonetti Olindo cita moltissimi luoghi. Dalla famosa Osteria della Zabariona (che oggi non c’è più, ma sappiamo dov’era) alle varie porte cittadine, a luoghi diversi. Si potrebbe davvero organizzare un itinerario turistico, è un buon suggerimento per le guide ravennati, che già sono molto brave. Del resto, nell’anno del centenario della morte di Guerrini, Ravenna Festival fece già una cosa di questo genere: uno spettacolo itinerante sui luoghi guerriniani, ma in quel caso soprattutto nella campagne, da Russi a Sant’Alberto.

Giuseppe, che ruolo hai avuto nella realizzazione del libro?

Ho avuto due ruoli. In primis quello di tradurre i sonetti in italiano, un incarico assegnatomi già dall’Associazione Amici di Olindo Guerrini quando ancora si chiamava Un Paese Vuole Conoscersi. La mia è stata una traduzione di servizio, non poetica: che serve non solo ai non romagnoli, ma anche ai romagnoli, perché Guerrini scrive più di un secolo fa, e molte parole oggi non esistono più. Il poeta scrive in ravennate, non in santalbertese - anche se dice di usare il dialetto santalbertese, ma non è vero -: usa il dialetto urbano in voga a Ravenna, anche perché le prime cose le pubbicò nei giornaletti ravennati.

E il secondo ruolo?

E’ stato quello di curatore editoriale, l’editor, come si dice all’inglese: ho avuto il compito di seguire Cremante nella gestione delle bozze, che in un libro così ampio è un ruolo importante: il libro va tenuto sempre sotto controllo, perché sia uniforme. E oggi, avere in mano finalmente il volume è una grande soddisfazione.

Ma secondo te, Guerrini ne sarebbe contento?
Credo proprio di sì… Ne sarebbe contento perché è un lavoro che gli dimostrerebbe che abbiamo capito, Cremante in primis, il suo valore di poeta, di erudito, di uomo di cultura e di personaggio poliedrico, che da questo libro appare in tutta la sua complessità.


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