Politica
"I locali pubblici chiudano alle 23"
Lo scrivono Azione Ravenna, Italia Viva, Pri e +Europa
26 ottobre 2020 - Ristoranti e bar, le palestre e i centri sportivi, i cinema e i teatri "vengono penalizzati duramente dalla scelta di adottare, con l’emanazione da parte del Governo del nuovo Dpcm, misure indiscriminate che non distinguono le situazioni realmente a rischio da quelle mantenute sicure dall’impegno degli imprenditori e del loro personale". Lo scrivono Azione Ravenna, Italia Viva, Pri e +Europa.
Per le forze politiche che si riconoscono in questa posizione, "è sbagliato che si faccia di tutta l’erba un fascio, la difesa della salute e della tenuta del sistema sanitario sono naturalmente una priorità, ma detto questo le misure adottate dal Governo sono ingiuste nei confronti di chi in questi mesi ha investito importanti risorse economiche per assicurare il rispetto delle procedure di sicurezza".
"Controlli capillari e un maggiore e un più serio presidio del territorio, come è stato fatto a Ravenna, per fermare tutte quelle situazioni non in regola o a rischio, lasciando operare le attività in grado di garantire sicurezza nel rispetto dei protocolli".
"Ci appelliamo affinché il Governo cambi questo provvedimento, condividendo la richiesta del Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, che chiedeva la chiusura delle serrande alle 23 per i locali pubblici e, per tutte le altre strutture, l’adozione di decisioni prese sulla base dei dati epidemiologici).
Più che di indennizzi, che speriamo siano reali e concreti, le imprese che fin qui le hanno rispettate, hanno bisogno di regole che tutelino le aziende serie a discapito di chi fa il furbo mettendo a rischio la salute della comunità".
© copyright la Cronaca di Ravenna
Per le forze politiche che si riconoscono in questa posizione, "è sbagliato che si faccia di tutta l’erba un fascio, la difesa della salute e della tenuta del sistema sanitario sono naturalmente una priorità, ma detto questo le misure adottate dal Governo sono ingiuste nei confronti di chi in questi mesi ha investito importanti risorse economiche per assicurare il rispetto delle procedure di sicurezza".
"Controlli capillari e un maggiore e un più serio presidio del territorio, come è stato fatto a Ravenna, per fermare tutte quelle situazioni non in regola o a rischio, lasciando operare le attività in grado di garantire sicurezza nel rispetto dei protocolli".
"Ci appelliamo affinché il Governo cambi questo provvedimento, condividendo la richiesta del Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, che chiedeva la chiusura delle serrande alle 23 per i locali pubblici e, per tutte le altre strutture, l’adozione di decisioni prese sulla base dei dati epidemiologici).
Più che di indennizzi, che speriamo siano reali e concreti, le imprese che fin qui le hanno rispettate, hanno bisogno di regole che tutelino le aziende serie a discapito di chi fa il furbo mettendo a rischio la salute della comunità".
© copyright la Cronaca di Ravenna