Il Phœnix di Pietro da Ravenna, una nuova acquisizione della Classense | la CRONACA di RAVENNA

Il Phœnix di Pietro da Ravenna, una nuova acquisizione della Classense

Incontro giovedì 24 ottobre alle 17, nella Sala Dantesca della Biblioteca Classense, con il professor Mino Gabriele

21 ottobre 2024 -

Giovedì 24 ottobre alle 17, nella Sala Dantesca della Biblioteca Classense, il professore Mino Gabriele, già ordinario di “Iconografia e iconologia” e di “Scienza e filologia delle immagini”, terrà un incontro dedicato alla mnemotecnica ed in particolare al Phœnix di Pietro Tomai, meglio noto come Pietro da Ravenna. L’incontro è organizzato in occasione dell’acquisizione di un esemplare della prima edizione dell’opera (1491) da parte della Classense presso la Libreria Antiquaria di Matteo Tonini.
La Fenice di Pietro da Ravenna è stata una delle più influenti opere rinascimentali sulla mnemotecnica, ristampata e tradotta numerosissime volte, fonte di ispirazione per tutti i maggiori trattatisti successivi, da Johannes Romberch a Cosma Rosselli a Giordano Bruno. Pietro da Ravenna, visse tra la seconda metà del ‘400 e i primi anni del secolo successivo. fu un giurista e poeta dotato di un’eccezionale memoria naturale, da lui poi sviluppata grazie alle nuove tecniche descritte nel trattato; esempio vivente della validità dei suoi insegnamenti, Pietro stupì i suoi contemporanei con imprese mnemoniche straordinarie, contribuendo così al successo della sua opera.
Oltre a essere la prima edizione del Phœnix l’esemplare classense possiede un ulteriore elemento di rarità: un fascicolo aggiunto nel quale sono realizzati affascinanti disegni ad illustrazione dei precetti di ars memorativa contenuti nel testo del Phœnix e che rendono questo incunabolo un unicum.

In occasione dell’incontro sarà inoltre possibile vedere l’esemplare dell’incunabolo classense
Dal 24 ottobre e fino al 7 dicembre, nella sala Farini della Classense, saranno in mostra edizioni antiche delle opere di mnemotecnica di autori quali Cicerone, Marsilio Ficino, Raimondo Lullo, Giordano Bruno. L’esposizione è a cura di Floriana Amicucci, conservatrice della Biblioteca Classense.




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