Il drago del mahjong cerca sala. Intervista al regista Lamattina | la CRONACA di RAVENNA

Il drago del mahjong cerca sala. Intervista al regista Lamattina

A Rocca Cinema l'originale film sull'antico gioco cinese

11 settembre 2020 - Approda stasera e domani alla Rocca Brancaleone, praticamente in chiusura dell’edizione 2020 di Rocca Cinema, “Il Drago di Romagna”: l’originale film che il regista ravennate Gerardo Lamattina ha diretto lo scorso anno e che, dopo le prime fortunate uscite invernali, ha scontato inevitabilmente il problema del lockdown, riprendendo ad essere proiettato solo nelle scorse settimane. Il “Drago” del titolo è il mahjong, l’antico gioco cinese che per insolite motivazioni storiche ha uno dei suoi pochissimi enclave occidentali proprio in Romagna, fra Ravenna e Forlì. E la vicenda narrata da Lamattina racconta questa passione “dal basso” – ha per protagoniste un gruppo di appassionate giocatrici di età diverse, e dalle differenti vicissitudini – e, senza alcun moralismo, ci suggerisce come può essere facile avvicinare culture diverse, superando le diffidenze anche grazie a un gioco.

Gerardo, partiamo dal soggetto del film. Tu sei campano di origine ma vivi a Ravenna da molti anni: cosa ti ha colpito del mahjong al punto da farne il soggetto di un film?
“Mi ha affascinato questa singolarissima ibridazione culturale. L’origine del gioco è cinese, ma c’è la parte romagnola che è fondamentale. Ricordo che, quand’era bambina, portavo mia figlia al mare, e mi accorsi che le mamme delle sue amiche giocavano tutte a mah-jong. Allora ho passato pomeriggi a seguire le donne che giocavano, incuriosito… Pensa, che il titolo che inizialmente volevo dare al film era “E’ magiò”, proprio così alla romagnola: ma poi la produttrice mi disse che al di fuori della Romagna non l’avrebbe capito nessuno. Allora è cambiato in “Il Drago di Romagna”. Ma per i cinesi questa espressione non vuole dire nulla: nei sottotitoli, il titolo in cinese è “Il mahjong dello stivale”.

Il film all’uscita ha avuto grande successo qui in Romagna, e ottime recensioni sulla stampa nazionale. Poi è arrivato il lockdown.
“Sì, il feedback iniziale è stato davvero positivo. A Ravenna, al cinema Jolly, è stato su per dieci giorni di fila, molti più del previsto, tanta è stata la curiosità del pubblico. E anche i giornali ne hanno parlato molto: il “Manifesto”, ad esempio, ci ha dedicato una pagina centrale, bellissima. Poi ci sono state alcune proiezioni fortunate anche in altre città – a Milano quasi 500 spettatori - ma la pandemia ha avuto la meglio. E il fatto che sia sottotitolato in cinese non ha avvantaggiato”.

In che senso?
“Nella fase iniziale della diffusione del Covid in Italia, c’è stata una forte diffidenza contro i cinesi. Ricordo che abbiamo dovuto annullare la proiezione prevista a Roma – non era ancora iniziato il lockdown - su richiesta del Console di Cina, perché temeva episodi di razzismo, nel momento in cui stava diffondendosi la pandemia…
E comunque, rispetto ai cinesi, c’è anche un episodio molto divertente: il film riprende anche la canzone “Romagna mia” in cinese, e a margine della proiezione a Milano – dove buona parte del pubblico era formato appunto da cinesi - la protagonista l’ha cantata in sala, in cinese. E ha avuto grande successo, non credevano che sapesse cantarla così bene. E questo con l’assenso degli eredi di Casadei”.

Ma lo presenterai anche in Cina?
“In effetti l’idea c’era, magari di partecipare al Festival del Cinema di Pechino, ma purtroppo per ora non è stato possibile. Ora sto lavorando su una sorta di sequel, che vorrei realizzare proprio in Cina. Ho già iniziato a scriverlo, anche se durante il lockdown non sempre sono riuscito ad avere lo spirito creativo giusto per, il mio pessimismo cosmico non mi ha aiutato… Ma ora per fortuna va meglio, bisogna guardare avanti con ottimismo”.

Al di là delle due serate alla Rocca, dove si potrà vedere il film in futuro?

“Il problema della distribuzione, adesso, è che con le sale appena riaperte c’è una gran quantità di film che aspettano, legati a produzioni importanti. Noi siamo indipendenti, e questo non è un vantaggio: le proiezioni che siamo riusciti a fare fino ad oggi erano legate quasi sempre a contatti personali. In questo momento non abbiamo ancora un vero e proprio canale distributivo aperto, sono tempi difficili. Per fortuna ho un produttore, sicché non me ne devo preoccupare io direttamente. E, a parte Pechino, speravamo comunque di partecipare a qualche festival di cinema, ma ancora non ci siamo riusciti. Ad ottobre però il film dovrebbe uscire in dvd: già adesso lo si può noleggiare, o acquistare sul web, sul sito dragodiromagna.com


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