Sopra le righe
Collinelli: "Sarò all'altezza del ciclismo di Élite"
Nel giorno del suo compleanno, intervista alla giovane speranza nazionale delle due ruote
24 agosto 2020 - A diciannove anni, un giovane pensa spesso di avere tutto il mondo davanti, e infinite possibilità di raggiungere i propri sogni. Qualcuno, però, ha obiettivi più specifici, traguardi già raggiunti e altri, ancora più ambiziosi, a cui puntare.
La ravennate Sofia Collinelli fa parte di questa fortunata categoria. Merito di un talento naturale per il ciclismo – ovviamente con una buona fetta di dna ereditario, visto che babbo Andrea vinse la medaglia d’oro in pista alle Olimpiadi di Atlanta – abbinato a un carattere forte e a quello spirito di sacrificio, soprattutto in termini di allenamenti, che un ciclista non può non avere se vuole diventare protagonista.
Oggi, 24 agosto, Sofia spegne 19 candeline in un momento di grande euforia. Che ci racconta al volo, prima di prepararsi per la festa in piscina di questa sera.
La stagione agonistica è ripresa all’inizio di agosto, tu sei appena entrata nel mondo della categoria
Pochi giorni dopo, ho partecipato al mio primo campionato italiano assoluto a cronometro, a Bassano del Grappa: una gara lunghissima, 36 chilometri. Non avevo mai fatto una cronometro così lunga, non sapevo bene come gestirmi, probabilmente contava molto anche l’esperienza. Ma, nonostante questo, sono arrivata sedicesima su una cinquantina di partecipanti, ed è davvero un risultato che mi soddisfa.
Adesso la stagione entra nel vivo. Con moltissimi appuntamenti ravvicinati, a causa del Coronavirus che ha impedito le corse in primavera.
Sì, questo è davvero un anno strano, con tutte gare vicine fra loro: i prossimi saranno mesi di fuoco. Però mi sono sempre allenata bene, non mi sono mai fermata, e quindi ho molte aspettative. Fra due giorni parto per la Course, la gara femminile che anticipa il Tour de France. Poi c’è il Giro delle Marche, e finalmente il Giro d’Italia, dall’11 al 19 settembre.
Un vero tour de force. Che obiettivi ti dai?
E’ il primo anno da élite, il primo obiettivo ovviamente è fare tanta esperienza. Poi, certo, mi piacerebbe arrivare con le prime, dire la mia in qualche bella gara, fare un bel podio, magari vincere una tappa.
Lo scorso anno, in Inghilterra, sei stata una delle protagoniste in maglia azzurra al Mondiale Juniores. Ora che sei entrata fra le “grandi”, la nazionale rimane un obiettivo?
Naturalmente sì! Ora sono nel gruppo dell’Under 23, anche se purtroppo non esiste un Campionato Mondiale di questa categoria. Spero di meritarmi presto la possibilità di essere convocata anche nella nazionale maggiore, sarebbe un grandissimo onore.
Qualche mese fa ti sei diplomata ragioniera, in pieno lockdown. Oggi la tua vita è dedicata solo al ciclismo?
Non ho ancora deciso. In verità mi piacerebbe iscrivermi all’Università, all’ISEF. Però ho deciso di prendermi un anno sabbatico rispetto agli studi, per dedicarmi alle gare. Vedremo come va la stagione, e poi il prossimo anno deciderò cosa fare.
© copyright la Cronaca di Ravenna
La ravennate Sofia Collinelli fa parte di questa fortunata categoria. Merito di un talento naturale per il ciclismo – ovviamente con una buona fetta di dna ereditario, visto che babbo Andrea vinse la medaglia d’oro in pista alle Olimpiadi di Atlanta – abbinato a un carattere forte e a quello spirito di sacrificio, soprattutto in termini di allenamenti, che un ciclista non può non avere se vuole diventare protagonista.
Oggi, 24 agosto, Sofia spegne 19 candeline in un momento di grande euforia. Che ci racconta al volo, prima di prepararsi per la festa in piscina di questa sera.
La stagione agonistica è ripresa all’inizio di agosto, tu sei appena entrata nel mondo della categoria
Élite, e già sono arrivate performances importanti…
Pochi giorni dopo, ho partecipato al mio primo campionato italiano assoluto a cronometro, a Bassano del Grappa: una gara lunghissima, 36 chilometri. Non avevo mai fatto una cronometro così lunga, non sapevo bene come gestirmi, probabilmente contava molto anche l’esperienza. Ma, nonostante questo, sono arrivata sedicesima su una cinquantina di partecipanti, ed è davvero un risultato che mi soddisfa.
Adesso la stagione entra nel vivo. Con moltissimi appuntamenti ravvicinati, a causa del Coronavirus che ha impedito le corse in primavera.
Sì, questo è davvero un anno strano, con tutte gare vicine fra loro: i prossimi saranno mesi di fuoco. Però mi sono sempre allenata bene, non mi sono mai fermata, e quindi ho molte aspettative. Fra due giorni parto per la Course, la gara femminile che anticipa il Tour de France. Poi c’è il Giro delle Marche, e finalmente il Giro d’Italia, dall’11 al 19 settembre.
Un vero tour de force. Che obiettivi ti dai?
E’ il primo anno da élite, il primo obiettivo ovviamente è fare tanta esperienza. Poi, certo, mi piacerebbe arrivare con le prime, dire la mia in qualche bella gara, fare un bel podio, magari vincere una tappa.
Lo scorso anno, in Inghilterra, sei stata una delle protagoniste in maglia azzurra al Mondiale Juniores. Ora che sei entrata fra le “grandi”, la nazionale rimane un obiettivo?
Naturalmente sì! Ora sono nel gruppo dell’Under 23, anche se purtroppo non esiste un Campionato Mondiale di questa categoria. Spero di meritarmi presto la possibilità di essere convocata anche nella nazionale maggiore, sarebbe un grandissimo onore.
Qualche mese fa ti sei diplomata ragioniera, in pieno lockdown. Oggi la tua vita è dedicata solo al ciclismo?
Non ho ancora deciso. In verità mi piacerebbe iscrivermi all’Università, all’ISEF. Però ho deciso di prendermi un anno sabbatico rispetto agli studi, per dedicarmi alle gare. Vedremo come va la stagione, e poi il prossimo anno deciderò cosa fare.
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