Happy Birthday, Mr. Motorally | la CRONACA di RAVENNA

Happy Birthday, Mr. Motorally

Intervista ad Antonio Assirelli, nato a cresciuto a Lugo, è il coordinatore nazionale della Federazione Motociclistica Italiana per le specialità Motorally-Raid TT, Quad e Sidecarcross

11 agosto 2020 - Ex pilota su Yamaha e Ktm, Antonio Assirelli, nato e cresciuto a Lugo dove risiede ancora, è oggi il coordinatore nazionale della Federazione Motociclistica Italiana per le specialità Motorally-Raid TT, Quad e Sidecarcross. Ecco cosa ci ha raccontato della sua carriera.

“In terra di Romagna è facile avere la passione per la moto”. Esordisce così quando qualcuno gli chiede come sia nato quel grande amore per i motori, le due ruote in particolare, che lo ha accompagnato nel corso degli anni sino a farlo diventare direttore di gara in competizioni mondiali e coordinatore FMI nei campionati italiani tout terrain e cross di varie discipline motoristiche.

Ma partiamo dall’inizio: nato a Lugo l’11 agosto 1952 (a proposito, buon compleanno!), Antonio ha vestito da giovane i panni del pilota partecipando al Trofeo Regionale di Enduro in sella a una Ktm 250 e ad alcune prove di motorally con una Yamaha 350 TT. Da giovane ad avvicinarlo al mondo delle due ruote è stata anche l’amicizia con quel Mario Lega, altro lughese doc, di qualche anno più grande, che nel 1977 divenne campione del mondo in classe 250 con la scuderia Morbidelli.

Cos’è successo dopo? “Appeso il casco al chiodo ho iniziato la carriera motoristica dall’altra parte del manubrio se così possiamo dire, ricoprendo il ruolo di direttore di gara per le due ruote – spiega Assirelli – Il moto club Francesco Baracca di Lugo, da sempre molto attivo nell’organizzare eventi e trofei per appassionati e piloti, aveva necessità di un DG (direttore di gara). A me piaceva non solo correre in moto ma anche occuparmi di tutto ciò che riguardava l’organizzazione di una prova, la gestione dei piloti, della sicurezza, i regolamenti. Così non ci ho pensato due volte…”.

Una carriera sportiva di tutto rispetto – Antonio è uno dei pochissimi direttori di gara moto ad aver all’attivo oltre 30 prove di campionato del mondo fra Sardegna, Egitto e Pordenone – tanto che a dicembre 2018 il CONI gli ha consegnato la Stella di Bronzo, l’onorificenza concessa a chi si è distinto per meriti sportivi.

Nel 1999, al Pharaons Rally in Egitto, hai diretto la tua prima prova di mondiale moto in un rally TT. Cosa ricordi? “Tutto, come fosse ieri: ero molto emozionato perché oltre a essere la prima esperienza come DG in una tappa del Campionato del Mondo era anche la mia prima volta in Africa, nel deserto. Non c’ero mai stato e non sapevo assolutamente cosa mi sarei trovato ad affrontare ma l’entusiasmo era a mille – racconta Assirelli – L’atmosfera di quella gara, la bellezza dei paesaggi, la convivialità dell’organizzazione e dei piloti le porto ancora oggi nel cuore. Lì ho conosciuto una delle due persone che più hanno contribuito a formarmi dal punto di vista professionale: Jacky Ickx, ex pilota automobilistico belga, in forza anche alla Ferrari tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni ’70. Assieme a Daniele Cotto e Vincenzo Lancia era uno degli organizzatori del rally egiziano, fra i più difficili dopo la Dakar. La sua saggezza, la grande professionalità e la competenza (era stato anche direttore di gara in F1 a Montecarlo) mi hanno insegnato tanto”.

Hai parlato di due persone Antonio, chi è stata l’altra? “Il mio amico Fabrizio Meoni: l’avevo conosciuto nel 1995 appena ricevuto l’incarico come coordinatore per il motorally. Un grande in tutti i sensi, come pilota e come uomo. Sapeva parlare per ore coinvolgendoti anche se di due ruote non eri appassionato. Con lui ho vissuto tante vittorie e ho acquisito parte del bagaglio tecnico e umano che mi porto dietro con orgoglio. Una perdita enorme la sua…”.

Tornando alla Dakar, ASO, la società organizzatrice, ti chiamò per dirigere la competizione fra le moto. “Forse è il rimpianto più grande della mia carriera, ricca però di tante soddisfazioni e che non cambierei per niente e per nulla: fare il direttore di gara al rally più famoso al mondo è per chi lavora in questo ambito il coronamento di anni di impegni e sacrifici. Andarci significava stare via di casa per un mese, un periodo lungo da gestire per chi aveva anche un’attività lavorativa normale come me – spiega Assirelli, oggi in pensione ma per anni artigiano di professione – Così, anche se con grande rammarico, rifiutai quella proposta per la Dakar”.

“Roi du petit rallye” (così lo hanno ribattezzato i francesi) Antonio Assirelli lo è davvero: grazie a tanta determinazione e professionalità, discipline legate a quad e sidecar stanno via via prendendo sempre più piede anche in Italia dove le prove di motorally e rally tout terrain sono fra le più apprezzate da chi si diletta in sella a una due ruote.
“In Federazione ho portato avanti alcuni progetti a mio avviso molto importanti per la sicurezza dei piloti. Una volta le tappe del motorally partivano la mattina presto e i motociclisti li vedevi tornare dopo ore senza sapere se durante i 150 o 200 km del percorso effettuato avevano avuto problemi, più o meni gravi – spiega Antonio – Da qualche anno invece grazie al monitoraggio costante di ogni iscritto tramite attrezzature tecnologiche e satellitari siamo in grado di sapere esattamente dove e per quanto tempo si è fermato un pilota, cosa che ci rende possibile fra l’altro metterci in contatto diretto con lui per sapere il motivo della sosta. E poi, grazie a questo sistema possiamo controllare, ai fini del regolamento di gara ma anche e soprattutto per la sicurezza di pilota e di altre persone, la velocità tenuta nei tratti di centro abitato o dove il terreno particolarmente insidioso richiede di rallentare e di aver maggior prudenza. E’ uno dei risultati di cui vado più fiero in assoluto”.

Un’ultima domanda: a Lugo di Romagna sei nato e cresciuto. Qual è il tuo rapporto con questa bella cittadina alle porte di Ravenna? “Dopo tanti anni abito ancora qui e nonostante io abbia avuto il privilegio di visitare decine e decine di luoghi in giro per il mondo non cambierei Lugo per nessun altro posto – conclude sorridendo Assirelli – Qui c’è casa mia, gli inizi della mia carriera sportiva e professionale, gli amici e la famiglia, i miei due nipotini. Quando ho ricevuto la medaglia dal CONI il sindaco di Lugo Davide Ranalli ha voluto incontrarmi nella sala Giunta della Rocca con altri esponenti dell’amministrazione comunale. E’ stata una gran bella soddisfazione. Così come quando anni fa sono riuscito grazie anche al lavoro di tutto il comitato a portare proprio qui a Lugo una prova del campionato italiano di motorally con 270 iscritti!”.

Testo e foto Sonja Vietto Ramus


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